Dakar 2015. Peugeot rinuncia all'ipotesi di correre in Marocco

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La notizia secondo la quale la 2008 DKR non esordirà al OiLibya Rally del Marocco ha scatenato gli scettici, che aspettavano al varco quella che era pur sempre un’ipotesi di programma. Ma la verità non è di quegli “esperti” | <i>P. Batini</i>
26 settembre 2014

La notizia: Peugeot non debutterà con la nuovissima 2008 DKR al OiLibya Rally del Marocco. Intanto la notizia sarebbe stata nel contrario, cioè se Peugeot avesse avuto la possibilità di schierarsi, poiché già durante la presentazione del ritorno della Marca alla Dakar la partecipazione al Rally organizzato da NPO era disegnata come una possibilità. Poi, il programma che designava la Dakar come impegno centrale, ovvio, del debutto della 2008 DKR, considerava tutto quello che veniva prima come un percorso di avvicinamento costellato dai test della macchina.

Evidentemente, la possibilità di lanciare il solito scoop di matrice disfattista era troppo “succosa”, e il gregge dei catastrofici ci si è immediatamente tuffato dentro confermando, come dice una mia amica, questa sì esperta, che anche in ambito Rally “le lingue viaggiano più veloci delle macchine”. Vediamo, invece, di riassumere la situazione reale.

Il punto sulla 2008 DKR

La 2008 è nata solo qualche mese fa, e solo dalla fine di maggio ha potuto contare sull’apporto, in qualità di collaudatore, di Stephane Peterhansel, personaggio centrale dello sviluppo della nuova macchina e fino ad allora impegnato con X-raid. Il nuovo progetto si basa, inoltre, sullo sviluppo di una vettura per molti versi rivoluzionaria, che attinge alle esperienze progettuali importanti della Marca ma con finalità coraggiose, tali per cui la macchina può essere a buona ragione considerata essa stessa rivoluzionaria. Per questo l’iter di sviluppo non è definibile a priori se non in termini di scadenze, e lungo questo percorso è inevitabile rallenti di fronte alla necessità di reinterpretare certe scelte. Una di queste necessità è quella che ha fatto pendere la bilancia dalla parte della decisione di non partecipare al OiLibya del Marocco. Punto.

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La Peugeot 2008 DKR nel corso delle fasi di collaudo

 

Quello che accade nel frattempo, è che la macchina, in mano ai tre piloti che la guideranno alla Dakar, ovvero Stephane Peterhansel, Carlos Sainz e Cyril Despres, continua a “macinare”, a “divorare” chilometri, in particolare sulle piste-laboratorio di Freneuse, Montlhéry e Creusot, provando nuove e diverse soluzioni e “facendosi” provare dai suoi nuovi piloti. La tabella di marcia si è allungata rispetto ai piani iniziali, e probabilmente anche per questo è stato intanto deciso che le macchine raggiungeranno l’Argentina per trasporto aereo, guadagnando quindi un mese rispetto alla soluzione via mare da Le Havre.

Quello che appare chiarissimo sin dai primi video e dalle foto pubblicate da Peugeot, e dalle conferme dall’interno, è che il grande lavoro di selezione dei tecnici di Parigi si concentra non tanto sulla motorizzazione e sugli aspetti di potenza ed erogazione di motori che sono il “pane quotidiano” dell’atelier parigino, quanto su quell’equilibrio ottimale, difficile da realizzare già sulla carta e per cui sono indispensabili i test, del comportamento di una vettura che è caratterizzata da un’imponente dimensione degli pneumatici e dalla lunghissima escursione delle sospensioni.

Dicono della 2008...

Lo stesso Peterhansel ne è stupito«Non ho mai guidato una machina con così tanta escursione. Questo significa avere la possibilità di passare sugli ostacoli non più a 80-90 chilometri all’ora, ma a 120-130! Per questo devo adattare le mie caratteristiche di guida. Le due ruote motrici, poi, che si rivelano assai divertenti, richiedono di per sé una guida più fine e precisa». Ne risulta, è sempre “Peter” a riferire, un comportamento molto redditizio e confortevole e prestazioni elevatissime, non ancora raggiunte, da ottenere al prezzo di una guida più precisa e sempre al limite della sbandata. Un processo di “ambientazione” necessario, dunque, che non è ancora terminato. Bisogna adattarsi alle geometrie, intervenire sulle sue regolazioni, quindi, e il lavoro, in ogni caso impegnativo, lo è ancor di più in rapporto con il “temperamento” del motore. Tutto questo, quando la finalità è essere competitivi, richiede tempo.

 



Intanto anche un altro “test” continua a svolgersi contemporaneamente, quello del “neo” pilota di Auto Cyril Despres, che per la prima volta affronta la “strada” con quattro ruote, e che è meravigliato e considerevolmente emozionato, anche tenuto conto dell’esperienza del Campione. È chiaro che non sarà lui, per il momento, a condizionare le scelte dei tecnici Peugeot, ma Carlos Sainz, che lo vede al volante per la prima volta, è sicuro che il giovane collega francese saprà farsi sentire, quando è il momento. Non è la prima volta, infatti, che un Campione con le due ruote lo diventa anche con le quattro, e probabilmente la spiegazione di questa continuità sta sotto la pelle del pilota.

Si procede spediti

Insomma, il programma va avanti e nulla autorizza a pensare che ci possano essere delle battute d’arresto. Anzi, basterebbe considerare il potenziale della Marca, e dei suoi tecnici, per capire che gli allarmismi sono del tutto inopportuni e infondati. È sicuro che ci vuole tempo per riuscire a ottimizzare un progetto così complesso e trasformarlo in una sintesi vincente, ma è altrettanto sicuro che il 4 Gennaio prossimo Peugeot sarà al via della Dakar Argentina-Bolivia-Cile con una 2008 DKR competitiva.

Allora, penso che la cosa migliore da fare, in questo come in altri casi, sia quella di lasciar lavorare in pace i tecnici del Reparto Corse Peugeot e i suoi piloti. È giusto essere impazienti, certo, ma trovo che, invece di schierarsi sbrigativamente tra i critici, sia molto più bello e costruttivo immaginare di mettersi nei panni di Stephane Peterhansel, che è ancora più impaziente di vincere la sua dodicesima Dakar.

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