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Iquique, 13 Gennaio 2015. Poche storie, la partecipazione di Peugeot è uno dei parametri importanti dell’interesse per questa edizione della Dakar. Il ritorno di una Marca che ha lasciato una scia di leggenda nella storia della Maratona Avventura per definizione fa questo effetto, e le nuove 2008 DKR sono costantemente al centro di un’attenzione particolare. E al centro del centro, naturalmente, c’è il responsabile del Progetto, Bruno Famin. Ora, io ritengo che la migliore serie di risposte che si possa ottenere da un “capo-progetto” sia in quelle evidenze che emergono dai risultati, siano essi parziali o assoluti, e dagli obiettivi intermedi che vengono centrati. Ritengo anche che i responsabili di progetto debbano essere lasciati in pace perché sulle loro spalle grava una mole enorme di responsabilità, e che sono i primi a “lasciarci la pelle” se qualcosa va storto, talvolta anche un solo traguardo intermedio non centrato.
Non ci si può aspettare, d’altra parte, che un Direttore critichi apertamente l’operato dei suoi sottoposti, che “confessi” una scelta sbagliata o che si soffermi sui limiti del proprio operato e di quello dei suoi collaboratori, tecnici o piloti che siano, e che infine abbia voglia di “svelare” segreti che sono riservati al futuro e che sono pur sempre l’anima di quella competizione tecnica che corre molto prima del suo omologo agonistico. Un Direttore non è un Pilota, anche se lo è stato. Al posto delle scariche di adrenalina, che esaltano l’euforia o la rabbia di un Pilota facendogli esternare giudizi digitali, il Direttore riceve piccole, costanti, continue iniezioni monodose di ansia, che al traguardo della competizione vengono annullate dall’antidoto della soddisfazione o convertite in solide preoccupazioni.
2008 DKR, due su tre sono ancora in gara
Quindi, le 2008 DKR due su tre sono ancora in gara, ed è la risposta che Famin ci avrebbe dato se avessimo dubitato, come ha tempestivamente ha fatto la frangia gratuito-critica, della solidità delle Macchine. Una è ritirata per un incidente, quella che Carlos Sainz ha macinato in uno spettacolare tonneau, le altre proseguono. Prima Carlos, quindi Stephane Peterhansel sono andati vicini al podio, e in alcune circostanze ci sono saliti addirittura sopra, quindi la Macchina va forte. La 2008 ha superato la doppia prova Marathon con un cambio di gomme e una spazzolata ai radiatori. E pioveva, grandinava e soffiava la tempesta che dio la manda, quindi una certa affidabilità è fuori discussione. La 2008 DKR di “Peter” è 8a assoluta, ed essere nei primi dieci, o per meglio dire nella “top ten” al debutto non è poi malaccio. Quando Sainz e Cruz sono rientrati in Spagna, la stampa locale ha scatenato una valanga di visioni future, e i veggenti hanno già visto di tutto, compresa una DKR a quattro ruote motrici. Forse incitano ad uno sviluppo della 2008 DKR per paura che non sia previsto alcuno step futuro?
Pare chiaro che, in certe condizioni di temperatura esterna almeno, all’interno dell’abitacolo si riesca a fare la sauna, ma certamente in futuro l’ottimizzazione del confort interno seguirà quella dei flussi di raffreddamento, e ho l’idea che il frangente sia stato addirittura gradito nella gelida andata verso Uyuni.
Insomma, chiedete a noi che ne sappiamo una più del diavolo, pardon, di Bruno Famin, ma se proprio volete che non lo lasciamo in pace, ecco le sue risposte.
Dakar 2015.
Bruno Famin: «Fare un bilancio è prematuro. Quello che è incoraggiante è che in ogni caso siamo qui dopo otto tappe, ne restano cinque, con due macchine che sono in buono stato e che non hanno avuto molti problemi.
Avremmo anche potuto ottenere una o due vittorie di tappa.
Siamo però soddisfatti di aver raggiunto questo livello di affidabilità che ci permette di continuare.
L’esperienza è importante, non puntiamo a vincere, ma a migliorare una vettura completamente nuova.
Sono fiero di tutta la squadra tecnica, che ha fatto un lavoro straordinario per costruire le macchine da corsa e per fare in modo che fossero pronte. Tutti lavorano con un grande spirito».