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San Juan - Gli argentini sbavavano per la leadership nazionale di Orlando Terranova, ottenuta peraltro grazie a un “autovelox” che aveva sbattuto giù dal podio Nasser Al-Attiyha. Stavano scolpendone il monumento da consegnare alla storia del Paese, ma per quel colosso bastava l’argilla. A parte il fatto che “Orly” si è lanciato in tonneau quattro volte, troppe, lo ammette lo stesso Pilota, per pretendere dii diventare davvero qualcuno, il fatto principale è che Al-Attiyah lo ha ridicolizzato, infliggendogli un distacco eloquente e costringendolo a quell’errore con una pressione psicologica esagerata.
Al-Attiyah: multato per eccesso di velocità, se la ride
Ma come funziona? Intanto Al-Attiyah è pilota di una classe superiore, e quindi tutto quello che fa gli riesce bene. Poi è nato e cresciuto in Qatar, non soffre il caldo e non si sente perso nel deserto. Infine, riesce sempre a vedere il lato migliore e a non prendersela troppo. Quando ci siamo parlati era evidente che era contento. La macchina era andata bene, non aveva fatto alcun errore e la sua velocità “media” era già al di sopra delle velleità degli avversari.
Era il giorno in cui Nani Roma si arrendeva, ma d questo Al-Attiyah non parlava. Sempre sorridente, alla fine della chiacchierata, mentre scriveva un sms, si era messo a ridere. Alla domanda del perché di quell’estro di ilarità, Nasser Al-Attiyah mi aveva spiegato che lo avrebbero penalizzato per eccesso di velocità durante il trasferimento, e rideva del fatto che all’altro capo del mondo, al suo Paese dove era diretto l’SMS, non avrebbero mai potuto capire come possa un Pilota essere penalizzato perché va troppo forte.
“Al-Attiyah può tirare i remi in barca e amministrare la sua corsa, diciamo fino alla giornata di riposo”
Si è scrollato qualche avversario di dosso
Al termine della Villa Carlos Paz-San Juan, invece, il “Principe” del Qatar è essenzialmente soddisfatto. A parte Terranova, che non deve avergli tolto neanche un minuto di sonno e di cui non ritiene opportuno parlare, lo convince il distacco inflitto a Giniel De Villiers, “uno vero”, che dopo oltre cinque ore di gara è a otto minuti e mezzo, e il fatto che onestamente, pur guardandosi attentamente attorno, al momento il qatariano non vede alcun avversario notevole. La sua corsa “rischia” di essere solitaria. Almeno per un po’ Al-Attiyah può tirare i remi in barca e amministrare la sua corsa, diciamo fino alla giornata di riposo.
Alle sue spalle la selezione decretata dalla durezza della seconda tappa è stata abbastanza chiara. Almeno due avversari potenziali sono bloccati dall’interferenza dello sviluppo della macchina, Carlos Sainz e Stephane Peterhansel. Peugeot ha fatto un buon lavoro, ma le nuove 2008 DKR sono un passo indietro, come era lecito aspettarsi, sotto il profilo dell’affidabilità, e non possono correre il rischio di forzare uno stato di cose che è inevitabile. Le Mitsubishi hanno fatto invece un passo avanti, ma probabilmente erano a meno due. De Villiers è un Pilota forte e determinato, ha già vinto e può contare su un navigatore della bravura di Von Zitzewitz, ma non è detto che per il sudafricano sia di nuovo la volta buona.
Robby Gordon: fine dei giochi (quasi)
Robby Gordon è tornato nel suo limbo d’incertezza. Viene da pensare che l’americano non abbia mai pensato a costruire una macchina in tempo per collaudarla adeguatamente e garantirsi l’affidabilità che la Dakar e il suo impeto esigono. Terzo nella prima Speciale, Gordon è sparito di nuovo in mezzo alla classifica per un problema ai freni del suo Hummer.
Certo, il dispiacere più grosso l’ha avuto Joan “Nani” Roma. Frermarsi dopo appena tre chilometri per un problema alla macchina, dopo un anno intero di sviluppi e di collaudi, è una grande beffa, soprattutto se si parla della Mini.
Ma che questa è la Dakar, e per fortuna Nani può già pensare all’edizione dell’anno prossimo mentre cerca di togliersi qualche soddisfazione di giornata in questa.
Auto, II Tappa. Al-Attiyah si impone con decisione