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Non sono una marea gli italiani iscritti alla Dakar 2015. Non sono più i tempi degli Orioli o dei Picco, dei Perlini o dei Vismara, più semplicemente non sono più i tempi o, ancora più laconicamente, tempi sì, lo sono, ma di vacche magre. Insomma, la Dakar non vive in Italia la sua epoca magica, ma è certo che nel nostro Paese c’è sempre un grande fermento, dovuto principalmente al fatto che l’Italia ha sempre avuto un legame fortissimo con la tradizione della grande maratona, e che una parte almeno della sua leggenda poggia sulle imprese dei nostri Piloti.
Gli Italiani più numerosi sono in moto
La rappresentativa italiana più numerosa è quella dei Motociclisti, che conta dieci Piloti e il nome più significativo di tutto l’insieme degli “Azzurri”, Alessandro Botturi. Il bresciano è stato anche il “colpaccio” del mercato Piloti di questa stagione. Dopo aver corso con KTM e con SpeedBrain, e dopo essere stato in contatto anche con il Team HRC, Botturi è stato prescelto da Yamaha per ricostruire la Squadra ufficiale “orfana” di Cyril Despres, passato alle auto tra le file del Team Ufficiale di Peugeot Sport, e puntare più decisamente ad un risultato. Botturi affianca Olivier Pain, terzo lo scorso anno, e Michael Metge, ex portatore d’acqua di Despres.
Consapevoli di dover affrontare la Squadra che dal 2001 ha vinto tutte le edizioni della Dakar, KTM, e la Squadra che ha lanciato la sua potente sfida già da un paio di anni, Honda HRC, Yamaha ha rinnovato tutto il suo arsenale, presentando a Milano la nuova WR450 Rally ufficiale. ingegnerizzata in Giappone e allestita in Francia, e non nascondendo le proprie ambizioni. Botturi, dal canto suo, si è preparato per tutta la stagione meticolosamente, sommando una cifra considerevole di chilometri e di test, affinando le sue doti di “navigatore”, già riconosciute e rilanciate con la vittoria del Sardegna Rally Race, e partecipando attivamente all’ultima fase di sviluppo della Moto in Francia, Spagna, Sardegna e Marocco.
Ma non c'è solo "Il Gigante di Lumezzane"
Trascinati dalla forza carismatica del Gigante di Lumezzane, una piccola task force di Piloti è non meno motivata. Tra questi Paolo Ceci (KTM), che corre in accordo con il boliviano Juan Carlos Salvatierra, è senz’altro il Pilota che può vantare la maggiore esperienza di Dakar (è alla quarta partecipazione ed è stato il migliore dei Piloti italiani lo scorso anno). Francesco Catanese (Yamaha), Carlo Seminara (KTM), i fratelli Marco e Alberto Brioschi (KTM) e Paolo Sabbatucci (Yamaha) si presentano al via con il non celato intento di “vendicare” le rispettive, sfortunate esperienze. Diocleziano Toia (KTM), Matteo Casuccio (Gas Gas) e Cesare Zacchetti (KTM), che ha vinto l’iscrizione al Safari australiano, invece, sono invece al debutto.
Quad: occhi puntati su Camelia Liparoti
E poi c’è “Lei”! Oltre le due ruote ecco i Quad, e prima di tutti e di tutte c’è la Principessa delle Dune. Camelia Liparoti, forte di sei partecipazioni e di 6 Titoli di Campionessa del Mondo, dal 2009 al 2014 ininterrottamente Regina, torna alla Dakar con un Quad Yamaha e, questa volta, con un Team e una struttura tutti suoi. Camion di Assistenza, camperizzato e dotato di “garage” attrezzato, e due tecnici, di cui uno è anche “autista-meccanico-fidanzato”. Più auto-ufficiali di così…
Auto: ecco chi tenere d'occhio
Due gli equipaggi italiani in gara tra le Auto. Michele Cinotto e Fulvio Zini portano al battesimo della Dakar il prototipo di un Progetto molto interessante, telaio tubolare e motorizzazione Audi 3.000 turbodiesel, realizzato con la collaborazione di Massimo del Prete e Audi Sport Italia per i colori di CR (Cinotto e Radaelli) Racing.
Stefano Marrini, invece, si affida alla solida tradizione di affidabilità della sua “Mitsu” Pajero ex T2 e ora, per motivi di omologazione, T1 Marrini torna alla Dakar dopo l’esperienza del 2012, conclusa all’11ma tappa, e con un navigatore messicano, Kurt Ritcher. Per finire c’è una macchina di “estrazione” italiana, ma con equipaggio kazako. È la nuova Nissan Y62, spinta dal potente V8 di 5,6 litri, allestita da TecnoSport e portata in gara da Dennis Berezovskiy e Ignat Falkov.
Elefanti del deserto: tre i mezzi italiani
Tre, infine, gli equipaggi italiani tra i Camion. Antonio Cabini e Giulio Verzeletti saliranno ancora una volta sul Mercedes n° 545 dell’Orobica Raid, anche in questo caso con funzione di assistenti. L’anno scorso erano in appoggio alle PanDakar, e questo doveva essere l’anno di un nuovo team di motociclisti italiani, progetto rimandato all’anno prossimo. Altro Camion “tutto italiano” è il Ginaf numero 534 di Claudio Bellina, Giulio Minnelli e Massimo Suardi, e l’ultimo, un Mercedes con il numero 555, è quello di Agostino Rizzardi, Loris Calubini e Paolo Calabria. Altri Italiani, tuttavia, fanno parte di equipaggi “misti” sui Camion. Norberto Cangani sul camion di Marco Piana, Dario Mondellini su quello di Saumet, Luca Lorenzato sul Mercedes di Arnaud Missaglia.
Questa, ferme restando le modifiche e i possibili accordi dell’ultima ora, è la mappa “provvisoria” della partecipazione italiana alla Dakar 2015.