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Valparaiso, 18 Gennaio. La tredicesima e ultima tappa consegna gli scettri ai vincitori della Dakar 2014. Meno di 160 chilometri di speciale su piste sinuose e guidate hanno sigillato il risultato di un’edizione caratterizzata, immancabilmente, da grandi gesti sportivi e da straordinari colpi di scena. Mai come quest’anno, da quando si corre in Sud America, il podio finale è stato così agognato e Valparaiso, che per i più è rimasta sconsolatamente un miraggio, è allo stesso tempo mèta e liberazione. Argentina, Boliva e Cile sono stati il teatro impietoso di un’edizione durissima, a tratti al limite dell’impossibile. Anche e proprio per questo la Dakar di quest’anno è l’avvincente album di ricordi indelebili, che raccoglie le immagini dell’incredibile “viaggio” di tutti quelli che hanno partecipato alla sesta edizione sudamericana della maratona-avventura per definizione.
Il podio di Valparaiso è spagnolo. Vincono due Piloti catalani, Marc Coma tra le moto e Joan “Nani” Roma tra le auto. I due piloti sono nati in due paesi vicini della provincia di Barcellona, e non a caso sono cresciuti nello stesso ambiente agonistico animato dalla straordinaria passione e competenza di un nostro grande amico. Quando nel 2004 Roma vinceva la prima Dakar in moto, la sua squadra aveva già designato Marc Coma a succedergli a capo di un progetto rivelatosi ancora una volta vincente.
Moto. Marc Coma, KTM 450 Factory Rally
Marc Coma ha vinto la Dakar 2014, portando a quattro il numero dei successi personali che si aggiungono alle vittorie del 2006, 2009 e 2011. Lo spagnolo aveva dovuto rinunciare all’edizione del 2013, a poche settimane dal via e a causa di un infortunio patito a ottobre, in Marocco. Si può immaginare il senso di frustrazione, il logorio del raddoppio dell’attesa, e le incognite incontrate lungo il cammino verso questa vittoria che, per il catalano, ha un significato senza dubbio straordinario, equiparabile all’impresa che nel 2006 ha aperto la serie di successi dello straordinario fuoriclasse catalano. Forse proprio per questo, Marc è partito dedicando i primi giorni di gara al riepilogo delle sue eccezionali doti e alla verifica dell’impatto tattico dell’enorme bagaglio di esperienza delle sue dieci Dakar precedenti. Coma è poi passato in testa dal quinto giorno, una delle tappe chiave di questa edizione della Dakar, aggiudicandosi la prima delle tre Speciali portate a corredo del suo capolavoro.
“Si può immaginare il senso di frustrazione, il logorio del raddoppio dell’attesa, e le incognite incontrate lungo il cammino verso questa vittoria che, per il catalano, ha un significato senza dubbio straordinario, equiparabile all’impresa che nel 2006 ha aperto la serie di successi dello straordinario fuoriclasse catalano”
Nelle restanti otto giornate di gara Coma ha quindi portato al massimo dell’efficienza e del rendimento una classe collaudata e incredibilmente efficace, declinandola con un vantaggio che ha raggiunto la stupefacente consistenza, totalmente insolita per una Dakar “moderna”, di ben due ore e mezza. Il “segreto” che sintetizza il ventaglio di qualità del trentasettenne pilota di Avià, Barcellona, è in una grande tecnica di guida, nell’indubbia intelligenza tattica e nella formidabile “tenuta” psicologica. Coma ancora una volta non ha commesso un solo errore di rilievo, e ha lasciato agli altri il compito di avventurarsi nei rischi che la Dakar immancabilmente nasconde tra le pieghe della sua avventura. Per KTM si tratta del tredicesimo successo consecutivo della formidabile serie record inaugurata nel 2001, anno in cui Fabrizio Meoni ottenne la prima vittoria, personale e della Casa austriaca.
Il secondo posto dell’edizione 2014 è appannaggio di Jordi Viladoms (KTM) e il terzo di Olivier Pain (Yamaha). Paolo Ceci è 19° assoluto e, finalmente possiamo dirlo tirando un bel sospiro di sollievo, al traguardo c'è anche Luca Viglio. La Speciale finale premia inizialmente Cyril Despres, che vince davanti allo sfortunato Barreda e a Pain, ma che non riesce a scalzare quest’ultimo dal podio finale di Valparaiso. In un secondo tempo, però, Despres è penalizzato di cinque minuti per un eccesso di velocità e scende al quinto posto. L’ultima Tappa è quindi assegnata a Joan Barreda, che posta a 5 il numero dei successi personali di una Dakar chiusa al 7° posto.
Auto. Joan "Nani" Roma, Michel Perin, Mini All4 Racing
Joan Roma e Michel Perin, già secondi nel 2012 con tre vittorie di tappa, vincono la Dakar 2014 delle Auto. L’attesissimo duello finale tra Joan Roma e Stephane Peterhansel non c’è stato, e la corsa delle auto va allo spagnolo, terzo nella tappa finale di Valparaiso vinta dal sudafricano Giniel De Villiers. Joan Roma, meglio conosciuto come Nani, è il pilota che nel 2004, vincendo con una KTM la gara delle moto, ha regalato agli spagnoli la prima vittoria della Dakar. Nove edizioni della Dakar con la moto, culminate con la vittoria del 2004, e adesso nove edizioni tra le auto, in una parabola consegnata allo sport spagnolo e mondiale analogamente con un successo.
Per il 42enne, fenomenale pilota di Folgueroles, Barcellona, la vittoria della 34ma Dakar fissa anche un altro record, quello del primo spagnolo che vince in entrambe le categorie. La storia della vittoria di Nani Roma in questa Dakar è avvincente. Persa la leaderhip conquistata alla fine della terza tappa e accusato di non essere ancora “maturo” per un successo, Roma ha spazzato via le critiche ed è tornato in testa alla fine della “famigerata” quinta tappa, dando mostra, al contrario, di superlative qualità tattiche e di guida. Il catalano ha poi controllato il ritorno del principale avversario della sua corsa, Monsieur Dakar Stephane Peterhansel, fino alle penultima tappa, quando il francese è tornato al comando con appena trenta secondi di vantaggio. La tappa finale della Dakar 2014 ha risolto a favore di Roma l’intero Rally, e consacrato il più grande pilota spagnolo di tutti i tempi.
Le polemiche generate dall’infelice scelta della squadra di congelare il risultato della terzultima tappa di questa Dakar non toglie nulla al valore del vincitore della 34ma edizione della gara delle auto. Anzi. Roma è riuscito ad attraversare la realtà minata dalle controversie, uscendone indenne e continuando a perseverare nella traiettoria vincente che ha caratterizzato tutta la stagione del campione catalano.
“La storia della vittoria di Nani Roma in questa Dakar è avvincente. Persa la leaderhip conquistata alla fine della terza tappa e accusato di non essere ancora “maturo” per un successo, Roma ha spazzato via le critiche ed è tornato in testa alla fine della “famigerata” quinta tappa, dando mostra di superlative qualità tattiche”
Per le Mini All4 del Team X-Raid di Sven Quandt, è la terza vittoria consecutiva, le altre due ottenute dall’equipaggio Stephane Peterhansel-Jean Paul Cottret.
Quad. Ignacio Casale, Yamaha Raptor
Per Ignacio Casale, ventisettenne di Santiago del Cile, alla quinta partecipazione e vice-campione nel 2013, è la prima vittoria. Una vittoria che rappresenta anche e soprattutto il primo successo di un pilota cileno alla Dakar. Dopo aver tentato per anni, prima con Carlo Degavardo e quindi con Francisco Lopez, di vincere tra le moto, è finalmente un pilota di Quad che scatena l’entusiasmo del Paese che è considerato oggi come il cuore della Dakar sudamericana. Dopo il ritiro del Campione in carica, l’argentino Marcos Patronelli, e dopo aver vinto la prima tappa tra Rosario e San Luis, “Perro” Casale è tornato in testa per un giorno alla fine della quarta tappa e, questa volta definitivamente, alla fine della settima, per dar vita ad un acceso duello con l’uruguaiano Sergio Lafuente, poi ritirato il decimo giorno, e collezionare ben sette successi personali. Il podio dei Quad è completato dal polacco Rafal Sonik e dall’olandese Sebastisn Husseini. Al 13° posto l’italiana Camelia Liparoti, formidabile protagonista della gara dei Quad e dell’intera Dakar declinata al femminile.
Lasciamo la Dakar al suo ultimo trasferimento stradale alla volta del centro di Valparaiso. È una formalità, naturalmente, forse l’unica di una Dakar che non ammette niente che sia definitivo se non è compreso tra i due podi di partenza e arrivo, in questo caso Rosario, Argentina, e Valparaiso, Cile.
Camion. Karginov-Mokeew-Devyatkin, Kmaz
Andrey Karginov ha vinto la Dakar 2014 degli “Elefanti del Deserto”, portando al successo, il dodicesimo della serie inaugurata nel 1996, il camion russo Kamaz. Karginov, che ha 37 anni ed è nato a Naberezhnye Chelny, seconda città della repubblica russa del Tartastan, è alla quarta Dakar, e in una escalation costante, 5°, 4° e 3° nelle edizioni dal 2010, il pilota russo salta la seconda posizione per passare direttamente alla vittoria. L’equipaggio composto da Andrey Karginov, Andrey Mokeev e Igor Devyatkin, al comando del Kamaz n° 506, è passato al comando della corsa nella terz’ultima tappa, dopo essere stato dalla quinta alle spalle dell’IVECO dell’equipaggio De Rooy-Colsoul-Rodewald. Imprendibile nelle tappe di sabbia del deserto cileno, il Camion russo ha invertito la tendenza imposta da De Rooy e si è presentato al via dell’ultima tappa con un vantaggio rassicurante.
Ma proprio nel settore finale è arrivato l’ultimo colpo di scena di una Dakar particolarmente “vivacizzata” dagli imprevisti. Karginov è rallentato vistosamente dall’incidente di un’auto, paradossalmente a quanto pare una Mini. In un primo tempo De Rooy viene annunciato come vincitore, poi la classifica viene ritirata. Finalmente, sottratto il tempo che Karginov aveva incolpevolmente perso per districarsi dalla sfortunata situazione, gli organizzatori ratificano il risultato finale corretto e definitivo. Andrey Karginov succede così al compagno di Squadra Nikolaev, terzo in questa edizione, e con tre successi di tappa e una seconda parte di gara entusiasmante, sale sul gradino più alto del podio di Valparaiso.
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