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Etienne Lavigne e David Castera hanno tenuto a battesimo la Dakar Argentina-Bolivia-Cile 2014 a Parigi, il 20 novembre, schiudendo simbolicamente in una mattina l’avventura che porterà oltre 450 equipaggi concorrenti attraverso i tre Paesi sudamericani per 14 giorni. La Dakar 2014 partirà infatti domenica 5 gennaio prossimo da Rosario, Argentina, e si concluderà a Valparaiso, in Cile, sabato 18 gennaio. Tre Paesi attraversati, Argentina, Bolivia e Cile, 13 tappe, due di queste in formato “marathon”, una giornata di riposo, a Salta l’11 gennaio.
Evoluzione della Specie.
Numerose le novità, o le variazioni sul tema della più affascinante e longeva avventura del motorismo moderno. La prima è l’inserimento di una piccola, ma importante sezione del Rally in Bolivia. È importante perché è la prima volta che il Paese si affaccia nel programma della Dakar, con la prospettiva di un ampliamento del suo coinvolgimento in futuro, e importante per due motivi tecnicamente rilevanti.
Il “test” prevede che i concorrenti affrontino due giornate dalle caratteristiche inedite (anche per una corsa come la Dakar che ha già saputo proporre ed affrontare di tutto) collegate dalla notte le deserto del Salar dell’Uyuni senza assistenze meccaniche esterne, e in condizioni di altura e di carburante sicuramente critiche. In cambio avranno l’opportunità di vivere la loro avventura del cuore in uno degli angoli più suggestivi del Pianeta. Una sub-novità è che la tappa marathon boliviana sarà la seconda della corsa, poiché anche tra San Rafael e Chilechito i concorrenti non potranno contare sulle loro assistenze al passaggio intermedio di San Juan.
Percorsi separati= Sicurezza.
Un’altra novità è la decisa e maggiore diversificazione dei percorsi destinati ad auto e camion e moto e quad. Soltanto il 60% circa del percorso sarà comune. Auto e camion non parteciperanno al battesimo della Bolivia ma effettueranno, all’indomani della giornata di riposo, un anello con partenza ed arrivo a Salta. Dopo che i motociclisti avranno passato la notte nello stupendo Salar boliviano, la carovana si riunirà il giorno successivo a Calama, per dare l’avvio alla parte conclusiva della Dakar, interamente in Cile. Tra i motivi più significativi della scelta di dividere i percorsi a seconda della tipologia di mezzi in gara, che costa molto in termini di logistica, c’è senz’altro da apprezzare e sottolineare la sicurezza.
“La Dakar 2014 partirà domenica 5 gennaio da Rosario, Argentina, e si concluderà a Valparaiso, in Cile, sabato 18 gennaio. Tre Paesi attraversati, Argentina, Bolivia e Cile, 13 tappe, due di queste in formato “marathon”, una giornata di riposo, a Salta l’11 gennaio”
La Dakar 2014 spinge ancor di più nella direzione della maratona per definizione. Sarà l’edizione più lunga della corta storia sudamericana, sei anni, del Rally inventato da Thierry Sabine e inaugurato in chiusura degli anni settanta. Poco meno di 9.000 chilometri per le moto, oltre novemila per auto e camion. Per tutti speciali per uno sviluppo complessivo abbondantemente oltre il muro dei 5.000 chilometri. La media giornaliera dell’impegno sale di circa 50 chilometri, così come la quota altimetrica media, “appuntita” da nuovi record di altitudine.
Cambiano anche le città di partenza, Rosario, e di arrivo, Valparaiso, ma questa è una novità prevista dall’evoluzione geografica e politica della corsa, con il richiamo a uno dei temi che più discostano la Dakar sudamericana da quella africana, la diversificazione dei percorsi e degli scenari. Il 21 e 22 novembre sono i giorni delle verifiche europee, che si concludono con l’imbarco dei mezzi al porto di Le Havre. Ci vorranno 21 giorni per attraversare l’Atlantico. I concorrenti li recupereranno a Puerto Euroamerica alla fine dell’anno.
“Plateau” da pelle d’oca
Con la presentazione di Parigi sono definitivamente fatti anche i giochi per quanto riguarda i partecipanti. Fulminati in un attimo i circa 200 posti riservati alle moto, nella Capitale francese è stato assegnato anche l’ultimo posto, reso vacante dalla prematura e drammatica scomparsa dell’indimenticabile Pilota americano Kurt Caselli. David Casteu, in gara lo scorso anno con la Yamaha, sarà al via di Rosario con la KTM ufficiale del Team Elf-KTM Factory. Ma non è la sola, importante novità concretizzata a Parigi. Dei giorni scorsi è l’annuncio del ritorno di Al Attiyah tra le file del Team X-Raid.
“La Dakar 2014 si presenta quanto mai affascinante anche sotto il profilo agonistico, dunque, con un tabellone da capogiro. Peterhansel e Al Attiyah con le Mini, ma anche, Carlos Sainz che si ripresenta alla guida di un buggy SMG-RedBull, il sudafricano Giniel De Villiers con una Toyota”
Il principe del Qatar, vincitore della maratona nel 2011 con la Volkswagen, torna nello stesso team del “padrone” storico della Dakar, Stephane Peterhansel. Il francese corre per consolidare il proprio inarrivabile record di sei vittorie in moto e cinque in auto, e se dovesse riuscirci, chiuderebbe una strabiliante carriera all’insegna di un successo ogni tre edizioni. Il record “motociclistico” del fuoriclasse di Echenoz-la-Meline, che ha dominato tra gli anni 1991 e 1998 aprendo solo due “varchi” nei quali si sono inseriti i successi del nostro Edi Orioli, è però insidiato da Cyril Despres che, dall’edizione del 2005 all’ultima ha vinto cinque volte.
La Dakar 2014 si presenta quanto mai affascinante anche sotto il profilo agonistico, dunque, con un tabellone da capogiro. Peterhansel e Al Attiyah con le Mini, ma anche, Carlos Sainz che si ripresenta alla guida di un buggy SMG-RedBull, il sudafricano Giniel De Villiers con una Toyota. Sono i nomi di altrettanti vincitori del passato ugualmente decisi a presentarsi in testa a Valparaiso. Senza dimenticare gli outsider di lusso come lo spagnolo “Nani” Roma, che ha vinto in moto ma non in auto, o lo spettacolare americano Robby Gordon, più volte auto-candidato ad un successo “ovvio”.
Tra le moto sarà senza alcun dubbio una Dakar decisiva, con uno spartiacque agonistico quasi senza precedenti. Dopo dodici anni di successo incontrastato, KTM vede apparire all’orizzonte una minaccia che si affaccia da più fronti. Per Ruben Faria, Francisco Lopez, David Casteu e, soprattutto Marc Coma, che ha vinto tre volte, gli avversari in grado di invertire la tendenza sulla carta non mancano.
Yamaha è riuscita ad “arruolare” Cyril Despres, che sarà affiancato da Michael Metge e da Olivier Pain, Honda, come già sappiamo, si presenta con una vera e propria armata e con un obiettivo che, lo ha già dichiarato, non intende negoziare. Cinque Piloti, suddivisi “virtualmente” in due assetti sportivi complementari. Da una parte Helder Rodrigues, Javier Pizzolito e Sam Sunderland, dall’altra il duo dell’anno, costituito da Joan Barreda e dal Campione del Mondo Paulo Gonçalves. E in questo caso è gioco forza non dimenticarsi di Alessandro Botturi, il numero 21 con la SpeedBrain. Una Dakar da faville, che non vediamo l’ora di seguire!