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Iquique, 14 Gennaio - Da Calama a Iquique, dall’ombra delle Ande all’Oceano Pacifico. Lo stretto Cile offre colpi d’occhio eccezionali. Un breve trasferimento nella zona mineraria di Calama, con la monumentale miniera a cielo aperto di Chuquicamata, e la nona tappa punta a Nord, verso la riserva del Tamarugal e il mare. La Speciale in programma è di 422 chilometri, tracciata per offrire una giornata di transizione, e di scuse ai Piloti massacrati, e il benvenuto indulgente al deserto di Atacama, che tornerà verosimilmente a essere l’inferno della fase finale della Dakar 2014.
La Speciale sfiora le zone sabbiose, con solo piccoli cenni delle difficoltà che si incontreranno nei prossimi tre giorni di gara. Le strette piste di montagna lasciano il posto ai grandi spazi del deserto cileno, e la Speciale, velocissima, non presenta particolari difficoltà. Finale grandioso e spettacolare, sul toboga del canalone di sabbia che si affaccia sull’Oceano Pacifico e termina non lontano dal bivacco di Iquique.
Sainz sprofonda, bloccato da problemi tecnici
È un’altra Prova Speciale a disposizione dei velocisti, comunque dei “manici”. Alte velocità, piccoli distacchi, i soliti protagonisti e gli ormai frequenti colpi di scena, disarmanti. Uno su tutti quello di cui è protagonista, suo malgrado, Carlos Sainz. Il “Matador”, lanciato con Al-Attiyah e Stephane Peterhansel a ripetere l’exploit dell’ottava tappa, è nuovamente, pesantemente attardato. Non più per un errore di navigazione, come nella quinta tappa, ma per un problema più serio al Buggy SMG Original.
Resta da vedere di chi è la “vera” colpa, se c’è, ma la macchina dello spagnolo si ferma al chilometro 190, neanche metà della Speciale, per una rottura meccanica, pare sicuramente al cinematismo di una sospensione del buggy. Così, se fino a quel momento era stato primo o secondo, rinnovando lo spettacolare confronto con Peterhansel e Al-Attiyah, Sainz piomba nel limbo oltre la quarantesima posizione. Conoscendo il “caratterino” del fuoriclasse iberico, viene da complimentarsi per il fatto che non abbia deciso di ritirarsi.
La nona tappa, fuori gioco il Buggy di Sainz, si converte in un concerto per Mini All4 Racing, che organizzano un fronte compatto in testa alla Speciale e lasciano ben pochi corridoi aperti al rientro di altre sezioni “strumentali”. Anche questa non è la tappa per Giniel De Villiers e la Toyota, che termina a oltre venti minuti, ed è un peccato che la macchina di Robby Gordon, HST Gordini o Hummer che dir si voglia, sia nel pieno dello sviluppo tecnico proprio in mezzo alla Dakar. Risalito fino alla quinta posizione nella parte finale della tappa, l’americano si è fermato di nuovo a meno di trenta chilometri dal traguardo, aggiungendo un'altra giornata “medium” al suo ruolino tutt’altro che, come ci aspettavamo, entusiasmante.
“La nona tappa, fuori gioco il Buggy di Sainz, si converte in un concerto per Mini All4 Racing, che organizzano un fronte compatto in testa alla Speciale”
Peterhansel è all'attacco, si riapre la corsa
Per un terzo della Speciale, dunque, è duello tra Al-Attiyah e Sainz, che si alternano al comando mantenendosi a contatto sul filo dei secondi, poi è un monologo di Marca e di Team. Il risultato è spettacolare, ma il risvolto “nascosto” dall’epilogo della tappa ancora più avvincente. Senza fare una piega, Stephane Peterhansel si è riconvertito nel più audace degli attaccanti, chiedendo per un momento che ci si dimentichi delle altre qualità del fuoriclasse francese. “Peter” vince e guida la sfilata delle Mini. Al secondo posto, a due minuti, Al Attiyah, e al quarto sale nel finale Orlando Terranova.
Al terzo posto, eccolo, Joan Roma, il leader delle generale. “Nani”, che ha già accusato un discreto ritardo al termine dell’ottava tappa principalmente a causa di due forature, paga al compagno, e ormai avversario anche il seno alla Squadra, ancora oltre 11 minuti. La posta in gioco rende particolarmente incerto il duello che si materializza alla fine della nona tappa. Degli oltre quaranta minuti di vantaggio che aveva al termine della quinta tappa, Joan Roma conserva ora una riserva di appena dodici, un margine che riapre di fatto la corsa. Considerando le difficoltà che i Piloti dovranno affrontare nell’Atacama, c’è da aspettarsi un duello memorabile. Potrebbe essere il più avvincente delle ultime edizioni della Dakar.
Quad: è il giorno di Husseini
Aggiornamento sulla gara dei Quad, stabile nell’esito finale seppure con un piccolo colpo di scena. La giornata è di Sebastian Husseini, l’olandese che vince con un quattro ruote Honda, e i Piloti coinvolti nel confronto di testa di questa Dakar si concedono una pausa, finalmente amministrando la prima tappa interamente cilena del Rally. Fatta eccezione per Ignacio Casale, attuale leader con oltre venti minuti di vantaggio, che ha dovuto recuperare il tempo perduto per cambiare due ruote forate attaccando a fondo nella seconda parte della Speciale. Il cileno è riuscito a riprendere il controllo della tappa e ha ottenuto a Iquique il secondo posto, alle spalle di Husseini e davanti a Sonik e Lafuente, con un tempo praticamente coincidente con quello degli avversari diretti. Bel colpo, per l’entusiasmo, o forse proprio innescato dal calore dei suoi tifosi.
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