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Calama, 13 Gennaio. Mentre le moto passano dalla Bolivia, le auto entrano in Cile dall’Argentina, effettuando prima un lungo trasferimento di 522 chilometri. Quindi affrontano la Prova Speciale di 302 chilometri, oltre le Ande e disegnata interamente in Cile. La Speciale è niente di.. speciale. I terreni sono per lo più consistenti o duri, le piste di terra o di vecchie, scassate pavimentazioni, ma i pericoli sono sempre presenti, soprattutto quando le velocità sono elevate. Oltre all’onnipresente polvere, “Tagli” del terreno, “rughe” di corsi d’acqua in secca, pietre disseminate e “scalini”, in salita più pericolosi di quelli affrontati in discesa. Sono i punti esclamativi del road book della gara delle auto e dei camion. Quando le moto sono ormai alla fine della PS sul versante boliviano, inizia la Speciale delle auto.
Il terreno di scontro
Se la settima tappa ha presentato quei fondi “morbidi” e livellati, ideali per sfruttare al meglio le caratteristiche del buggy, e ancora dobbiamo vedere i due ruote motrici sulle sabbie dell’Atacama, l’ottava tappa era il terreno ideale per un confronto ad armi pari tra buggy e Mini. Alle spianate dei Salar si sono sostituite le piste dure e accidentate della prima speciale cilena della Dakar 2014, e le macchine di Sven Quandt celebrano l’ingresso nel Paese con lo spettacolo dell’efficienza e dell’omogeneità di prestazioni. Il Buggy SMG Original di Carlos Sainz, spettacolare vincitore della settima tappa, è stretto nella morsa tra le Mini in fuga di Nasser-Al Attiyah e di Stephane Peterhansel, e quelle in difesa di Nani Roma, Krzysztof Holowczyc (dannazione di nome!) e Orlando Terranova.
Visivamente è una prova tiratissima e spettacolare. Sainz resta solo ad aprire la pista per tre quarti della Speciale, poi il principe del Qatar incolla la sua Mini alla coda del buggy dello spagnolo. Peterhansel ne approfitta per lasciare ai fuggitivi il compito di “osservare” la pista, e preferisce navigare a vista in una zona più tranquilla, fuori dal duello.
“Visivamente è una prova tiratissima e spettacolare. Sainz resta solo ad aprire la pista per tre quarti della Speciale, poi il principe del Qatar incolla la sua Mini alla coda del buggy dello spagnolo”
Un duello senza esclusione di colpi
Sainz e Al-Attiyah continuano così fino alla fine della Speciale, rincorrendosi a vista e scatenando un duello visibilmente spettacolare, e anche in qualche modo incredibilmente rischioso, soprattutto per l’inseguitore nella polvere. Ma in questi casi, si sà, spesso il Pilota cala la visiera e apre. Stephane Peterhansel, più cauto e riflessivo, si tira fuori dalla mischia pericolosa, e mentre nel finale Al-Attiyah corre nella polvere a trenta secondi da Sainz, il francese se ne sta quattro-cinque minuti più indietro, in una zona della corsa costantemente più sicura, mantenendo un’andatura comunque molto elevata.
Il riassunto della tappa 8
La stessa “strategia” di Al-Attoiyah è quella adottata dal polacco Krzysztof Holowczyc (dannazione, da ora in avanti, KH). “KH” si mette alle costole di Joan Roma che, al contrario dei compagni di Squadra e del blasonato connazionale, ha pensieri più calmi, e soprattutto obiettivi più importanti. Al sicuro dieci minuti dietro a Peterhansel, “Nani” si limita a proteggere la macchina e la posizione in classifica, ed è solo in parte infastidito dalla foga di KH che lo tallona.
Arrivo al fotofinish
L’arrivo, dopo oltre trecento chilometri di Speciale, è al fotofinish. Sainz taglia il traguardo con Al-Attiyah nella polvere, cosicché c’è bisogno di attendere i tempi ufficiali avere la classifica della tappa. Vince Nasser Al Attiya, e Sainz è “solo” terzo poiché la differenza dei tempi alla partenza consente a Peterhansel di inserirsi al secondo posto. Tra il primo e il terzo sul podio dell’ottava giornata di gara a Calama, solo due minuti e mezzo.
“L’arrivo, dopo oltre trecento chilometri di Speciale, è al fotofinish. Sainz taglia il traguardo con Al-Attiyah nella polvere, cosicché c’è bisogno di attendere i tempi ufficiali avere la classifica della tappa”
Nani Roma si deve accontentare del sesto posto, alle spalle di Terranova e KH, e davanti a Giniel De Villiers, a nove minuti dal vincitore e a otto da Peterhansel. Il Vantaggio dello spagnolo nella generale provvisoria scende a 23 minuti, e all’improvviso il suo margine appare tutt’altro che rassicurante. Una volta di più appare quasi evidente che le dune del deserto di Atacama saranno il teatro della fase cruciale di questa Dakar.
La gara dei Quad
Dalle 4 ruote grandi alle… piccole. La gara dei Quad è stata riaccesa dalla restituzione del tempo di penalità a Ignacio Casale, che ha potuto così, vincendo la settima Speciale, riportarsi al comando della corsa. Ora la corsa segue nuovamente un andamento più incerto, e i protagonisti non riescono a sentire l’esigenza di amministrarsi tatticamente per evitare ulteriori stress alle meccaniche già provate dei Quad, più delicati delle moto.
Se è logico per coloro che devono inseguire, come Sergio Lafuente e Rafal Sonik, o per chi non ha niente da perdere come Sebastian Husseini, è almeno strano che il leader della classifica sia disposto a prendere i rischi di una gara di attacco quando la necessità di farlo non è assoluta. Ma tant’è, forse ormai annebbiato dalle idee di entrare in Patria e di offrire ai suoi connazionali un record storico, e ricaricato dal rimborso spese della penalità, Ignacio “Perro” Casale non accetta compromessi. Il cileno parte all’attacco, resta al comando dell’intera Speciale, vince a Eduardo Avaroa, la PS era iniziata a Conchani, davanti a Husseini e Lafuente, e si avvia in trasferimento verso la sua Calama con altri otto minuti di vantaggio accumulati su Lafuente, secondo in generale a ventun minuti.
Scopri le classifiche aggiornate della Tappa 8 di auto e moto