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Chilecito, 8 Gennaio. Frazione conclusiva della prima tappa Marathon della Dakar 2014. Da San Juan a Chilecito, su tracciati diversi per auto e moto. Le auto affrontano una Speciale molto lunga, 650 ma con un tratto di 111 chilometri neutralizzati. Per i motociclisti sono 350 chilometri, con una prima parte molto “navigata”, di nuovo punte di altitudine notevoli e… le gomme usurate dalla semi-marathon del giorno precedente.
Moto: colpi di scena fino alla fine
È bello essere ufficiali, anche per questo. Basta imporre ai “culeri”, ai portatori d’acqua, di procedere più lentamente e con la massima cautela, e fare lo “switch” degli pneumatici al bivacco. Così fanno Despres e Coma, per esempio, e questo spiega anche la non brillanrissima prestazione dei rispettivi “mochileri”, 16° Michael Metge e 11° Jordi Viladoms, al termine della frazione conclusa a San Juan. Per Barreda, invece, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Gonçalves e Sunderland, persi sulle Ande il giorno precedente, non hanno più alcuna velleità di classifica, e sono a disposizione del leader, però hanno fatto molta strada in più e le loro gomme non sono propriamente immacolate. Tutto da solo fa, invece, Francisco “Chaleco”Lopez, l’asso cileno che, si direbbe, ha amministrato la terza tappa per risparmiare al massimo pneumatici e meccanica, così da poter lanciare un attacco entusiasmante in condizioni ottimali nella quarta.
Durante la terza tappa una rocambolesca serie d’imprevisti ha stravolto la gara delle auto, e nella quarta è la gara delle moto che cambia volto a causa dei colpi di scena, costantemente dietro l’angolo. Si inizia con un tratto di navigazione difficile, ed è Barreda il predestinato a soffrirne. Il giovane spagnolo si fa ben presto raggiungere dall’”anziano”, Marc Coma, che si incarica di aprire la pista per tutta per Speciale trascinando Francisco Lopez e Cyril Despres che lo seguono a distanza ravvicinata. Dalle retrovie, invece, con un ordine di partenza molto favorevole, Joan Pedrero macina tempi stratosferici a ogni riferimento cronometrato. Sinora abbiamo mantenuto le dita incrociate scaramanticamente, seguendo con una certa apprensione la gara delle Sherco ufficiali. Succede così ogni volta che una Marca si affaccia sulla ribalta della Dakar. Finalmente è “inevitabile” parlarne. Dall’inizio della gara Alain Duclos è tra i più forti e determinati, e risolve ogni Speciale con una prestazione di rilievo.
Il video che racconta la Tappa 4 di auto e moto alla Dakar 2014
Sherco sale in cattedra. Difficolta per Barreda e Despres
E oggi, con l’arrivo fulminante di Joan Pedrero, l’ultimo acquisto della Casa franco-spagnola, Sherco sale in cattedra, mandando il Pilota spagnolo a vincere la quarta tappa, davanti a Lopez e Coma. La giornata di Barreda, fino a ieri leader con un buon margine di vantaggio, è particolarmente difficile. I suoi compagni di squadra si vanno disperdendo lungo la difficile strada della Dakar. L’argentino Javier Pizzolito non è mai stato veramente della partita, il portoghese Paulo Gonçalves, Campione del Mondo, si è perso nel Canyon cruciale della terza tappa, sparendo dalla generale che conta e passando al mesto ruolo di assistenza veloce, ma non troppo, ed Helder Rodrigues, un problema alla moto durante la terza tappa e perso oggi, è l’ombra del Campione Mondiale 2011.
“E oggi, con l’arrivo fulminante di Joan Pedrero, l’ultimo acquisto della Casa franco-spagnola, Sherco sale in cattedra, mandando il Pilota spagnolo a vincere la quarta tappa, davanti a Lopez e Coma”
Ma è Sam Sunderland che ha avuto la peggio, e la stella dell’inglese, primo nella seconda tappa da San Luis a San Rafael, è definitivamente tramontata poco prima della partenza della quarta Speciale, per la rottura del motore dell’Honda ufficiale. Barreda dunque è solo, si fa prima assorbire dal gruppo dei fuggitivi, e quindi resta impantanato a tre quarti della speciale accumulando un ritardo che sale fino a oltre 17 minuti dal leader della frazione. Un finale rabbioso gli consente di limitare i danni. Lontano dal vincitore all’arrivo di Chilecito, Barreda mantiene la leadership, ma la corsa è nuovamente, completamente aperta. Coma è secondo con un ritardo di appena 3 minuti, e Lopez incalza avvicinandosi a cinque minuti.
Per completare il quadro, se a Barreda non è andata benissimo, Cyril Despres è la vittima illustre del colpo di scena finale. Visivamente a contatto con i primi, il fuoriclasse francese cinque volte vincitore e Campione in carica della Dakar vede svanire il sogno di eguagliare il record di Peterhansel a un soffio dalla fine della Speciale, quando si ferma per un problema verosimilmente di natura elettrica. Può finalmente ripartire, ma all’arrivo il suo ritardo supera i quaranta minuti.
Auto: la gara del giorno è del vecchio Leone Sainz
Sembrava perfetta, invece, la gara di Joan Roma tra le auto. Partito per primo, “Nani” aveva trovato il suo ritmo e, soprattutto, un buon equilibrio tra velocità e sicurezza. Non ostante avesse l’ingrato compito di aprire la pista, lo spagnolo non ha mai sbagliato e stava amministrando nel migliore dei modi la leadership conquistata ieri.
“La gara del giorno l’ha fatta un vecchio Leone. Carlos Sainz, che ha saputo sfruttare le doti velocistiche del Buggy SMG come solo un Campione del Mondo può fare”
Ma alle sue spalle la gara del giorno l’ha fatta un vecchio Leone. Carlos Sainz, che ha saputo sfruttare le doti velocistiche del Buggy SMG come solo un Campione del Mondo può fare, è riuscito a superare Roma proprio nel tratto finale, e ha vinto la Speciale davanti a Peterhansel, che pure ha dovuto fermarsi in pista per quasi cinque minuti, e al Principe del Qatar Nasser Al-Attiyah, entrambi al volante della Mini All4 Racing. Ma il colpo del giorno di Sainz è il sorpasso ai danni del più giovane collega spagnolo, Roma, con il quale aveva avuto un’accesa discussione, proprio in tema di sorpassi, nei primi giorni del Rally. Seppure di un piccolo paio di minuti, Sainz passa al comando della generale. Il “Matador”, Roma e Al-Attiyah sono racchiusi nel breve spazio di meno di sette minuti, Peterhansel è più staccato, a diciotto. La gara ovviamente resta aperta, e la maggiore “delicatezza” dimostrata dalle vetture rende ancora più interessante questa fase della corsa.
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