Dakar 2014, tappa 11. Successo di Terranova (Mini). Dakar già consegnata a Roma?

Dakar 2014, tappa 11. Successo di Terranova (Mini). Dakar già consegnata a Roma?
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Nasser Al-Attiyah conduce per tutta la tappa. Poi la Mini si ferma e cede il passo all’argentino Terranova. Peterhansel in ritardo, Roma consolida. Ma si parla soprattutto di un ordine di scuderia di Sven Quandt | <i>P. Batini</i>
16 gennaio 2014

El Salvador, 16 Gennaio - La Dakar è nel cuore dell’Atacama. L’undicesima tappa dell’edizione 2014 vi fa ritorno per proporre la Prova Speciale più lunga del Rally, complessivamente la più difficile e impegnativa. Un’antologia della durezza del territorio e della corsa, con le piste dell’area mineraria, i passaggi di “rios” e “quebradas” sassosi e in secca, i numerosi dislivelli, anche sensibili all’inizio della prova, le lunghe distese di terreno accidentato. E poi, nella seconda parte, nel cuore dell’Atacama, i 120 chilometri di sabbia e delle dune di Copiapò, fino alla risalita in quota che porta fino al bivacco di El Salvador. È una tappa che tutti i partecipanti dovrebbero poter portare a termine senza alcun contrattempo per conservarne nella memoria il fascino, ma naturalmente non è questo, nelle intenzioni dei tracciatori della corsa, l’obiettivo primario.

La gara delle Auto

Sin dall’inizio della Speciale, che ha seguito il trasferimento da Antofagasta di 150 chilometri, Al-Attiyah prosegue sull’onda del precedente successo. Nonostante la sua Mini debba aprire la strada e affrontare per prima le insidie della navigazione, il Principe del Qatar riesce a mantenere un ritmo molto alto, impedendo agli avversari di andare a riprenderlo. Una gara quasi spensierata, alle sue spalle, invece, seppure più lenta la gara sembra notevolmente più nervosa. Nella lunga discesa che porta al terzo controllo di passaggio Peterhansel è rallentato e perde quasi tre minuti, e Joan Roma passa al secondo posto alle spalle di Al-Attiyah.

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Al-Attiyah, una gara perfetta stroncata da un guasto alla Mini ALL4 Racing

 

Il fenomeno si ripresenta più avanti, a metà Speciale. Questa volta il ritardo di Peterhansel è più sensibile, 12 minuti rispetto a Al-Attiyah e quattro rispetto a Roma. La situazione si “stabilizza” tra le dune e nella fase finale della Speciale. Al-Attyiah vola sereno verso il traguardo, Roma e Peterhansel lo seguono “diligentemente” a distanza, distanziati con un parziale a favore dello spagnolo che cresce di un’inezia. La “serenità” di Al-Attiyah salta per aria a settanta chilometri dall’arrivo, quando la Mini del Principe si ferma.

 

Roma passa ad aprire la pista. Peterhansel lo “segue”. L’arrivo a El Salvador è appannaggio di Roma e “Peter”. Lo spagnolo arriva con una gomma bucata, ma precede il compagno di Squadra. Si aspetta la terza Mini del corteo, che non arriva. Passa il tempo, e finalmente il Principe del Qatar transita con una ruota distrutta, la “firma” di un impatto che spiega, così, il suo forte ritardo all’arrivo dopo un’intera tappa condotta al comando.

Terranova agguanta la vittoria

Il miglior tempo lo ottiene la Mini “comparsa” dell’argentino Orlando Terranova, che precede così Roma e Peterhansel, ma quest’ultimo si fa precedere anche dalla Toyota di Giniel De Villiers. Ecco il resoconto, più “freddo” possibile, della undicesima tappa, il portfolio dell’evoluzione della Speciale così come appare attraverso le immagini dei suoi protagonisti. Ma. Ma. Non si inizia una frase con un “ma”. Ma ci sono occasioni in cui ci si permette di sgusciare via dalle regole. Questa è una di quelle.

Il miglior tempo lo ottiene la Mini “comparsa” dell’argentino Orlando Terranova, che precede così Roma e Peterhansel, ma quest’ultimo si fa precedere anche dalla Toyota di Giniel De Villiers

Quandt: la vittoria congelata per Nani Roma

Abbiamo detto della tappa dei suoi protagonisti, dei suoi attori. “Ma” già dalle prime ore della mattina la notizia, confortata e alimentata da nuove testimonianze e dichiarazioni, supportata da interviste difficilmente equivocabili, chiamerebbe in casa e sul palcoscenico non più gli attori, bensì il regista. La notizia è che Sven Quandt, manager e proprietario del Team che fa correre le Mini All4 Racing, ha imposto un chiaro ordine di scuderia, teso a congelare la situazione maturata al termine della decima tappa, di fatto assegnando a priori la vittoria di questa Dakar a Joan Nani Roma.

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Quandt, manager della scuderia Mini, congela la leadership in classifica di Nani Roma

 

Per garantire il risultato alla squadra, si dice, ed evitare i rischi di un duello troppo acceso, si può arrivare a credere per garantire l’incolumità dei Piloti. Se così stanno le cose, possiamo anticiparvi il risultato finale di questa Dakar. Primo Joan Roma, secondo Stephane Peterhansel. Terzo Nasser Al-Attiyah. La cosa più difficile è adesso ottenere una versione ufficiale e chiara, definitiva. Ci proviamo, lasciando a un evento che consideriamo certo e sconcertante l’indulgenza della ufficiosità e, quindi, della provvisorietà. Che bello sarebbe aver preso un granchio!

Atacama: il deserto più arido del mondo

Meglio raccontarvi cos’è l’Atacama, per rilassarci un po’. È il deserto più arido del Mondo, senza nuvole e con una piovosità vicinissima allo zero statistico, ma la pioggia si è fatta attendere anche per 400 anni. Virtualmente sterile e privo di umidità, qui anche la vita è già di per sé una grande scommessa. Eppure basta che l’evento rarissimo delle poche gocce d’acqua di un piovasco si manifesti e, in poche, ore la distesa si trasforma in un incredibile giardino dell’eden, poche ore dopo restituita all’arsura e alle sue raccapriccianti escursioni termiche.

Quandt, manager e proprietario del Team Mini All4 Racing, ha imposto un chiaro ordine di scuderia, teso a congelare la situazione maturata al termine della decima tappa, di fatto assegnando a priori la vittoria di questa Dakar a Nani Roma

 

L’Atacama non è un luogo desolato, al contrario. La posizione, le Ande a Est e l’Oceano a Ovest, la varietà delle situazioni morfologiche, dalle piatte distese sassose agli oceani di dune, l’arco di luce che ne modella i rilievi cambiandone i colori, la costellazione di luoghi singolari e seducenti, la storia dei suoi centri minerari, dei suoi villaggi, lo rende affascinante come altri pochi posti al Mondo. Per conoscere l’Atacama bisogna esserci stati o leggere Rivera Letelier, il minatore-romanziere che ora vive ad Antofagasta. O partecipare alla Dakar.

 

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