Dakar 2013, Tappa 5. Roma si aggiudica la manche. Peterhansel leader

Dakar 2013, Tappa 5. Roma si aggiudica la manche. Peterhansel leader
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Dakar 2013. Quinta tappa. Cambiano i terreni e la corta Arequipa-Arica è appannaggio delle Mini. Vince Joan “Nani“ Roma e Peterhansel consolida il primato. Prova di orgoglio di Sainz e Gordon| <i>P. Batini</i>
9 gennaio 2013

Arica, 9 gennaio. La Dakar saluta il Perù e passa in Cile con una tappa, tra Arequipa e Arica, diversa per moto e auto. Moto e quad sono entrati subito nella speciale di 136 chilometri e hanno poi raggiunto il fine tappa con un trasferimento di 270 chilometri. Auto e camion iniziano invece con il trasferimento di 280 chilometri e disputano la Speciale di 172 chilometri più a Sud, verso il confine Perù-Chile, che si conclude non lontano da Tacna. Le moto sono partite un po’ più tardi stamattina, alle 08:30 locali, e anche per le auto la partenza in trasferimento è una piccola tregua dopo la difficilissima quarta tappa. La tappa si sviluppa su terreni finalmente più duri, con solo un tratto più sabbioso nel finale. Entra in scena la navigazione al road book e… il fesh-fesh. 157 moto, 32 quad, 129 auto e 72 camion alla partenza

Nuovi terreni

A Nasser Al-Attiya il compito di aprire la pista, è il test del Buggy Qatar-Red-Bull su un nuovo tipo di terreno, non ancora incontrato fino a questo punto alla Dakar. La gara delle auto ha intanto voltato pagina, filtrando altri candidati alla vittoria finale. Ieri hanno perso le speranze Carlos Sainz e Lucio Alvarez. Lo spagnolo se ne resta in disparte, ma è ancora imbestialito per la faccenda del reclamo, prima accolto poi rigettato. Un giorno ad operazione, peggio che in banca. È arrabbiato perché la motivazione non regge, secondo il Matador.

Gli hanno comunicato che il suo GPS funzionava alla perfezione, però glielo hanno sostituito con uno nuovo. Poi è arrivata la sfortunata quarta tappa. Fermo in pista per un piccolo problema, la rottura di un tubicino, ma con un grande effetto, la fuoriuscita di tutto il carburante. All’arrivo Sainz era 43° con due ore e mezza di ritardo, e piombava dal decimo al 24 posto nella generale, ormai virtualmente out con un magone di oltre tre irrecuperabili ore. Lucio Alvarez, l’argentino del Team Toyota Overdrive (lo stesso di Giniel De Villiers) era terzo in generale alla vigilia della quarta tappa, ma il suo sogno si è interrotto al 20° chilometro della Speciale, con un triangolo della sospensione distrutto da un masso nascosto sotto la sabbia. Morale sotto le scarpe per entrambi, e una Dakar da vivere ormai alla giornata.

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I Buggy perdono progressivamente terreno, Al-Attiya commette anche un piccolo errore di navigazione, ma si mantengono a ridosso del plotone al comando, di cui fanno parte tre Mini e una Toyota

I Buggy Red-Bull

Ad ogni modo la Speciale assume abbastanza presto una fisionomia fino ad ora inedita. La sfuriata iniziale è sempre dei Buggy Qatar-Red Bull. L’incandescente Sainz sfreccia al primo Way Point seguito ad una manciata di secondi dal compagno di squadra Al-Attiya. Che l’andatura sia elevatissima lo si può notare dal ritmo impresso al suo “mostro” da Robby Gordon, che ieri è arrivato al bivacco con oltre cinque ore di ritardo in seguito ad uno spettacolare tonneau concluso sul tetto, ed è un altro degli aspiranti di lusso virtualmente fuori dalla corsa per il titolo 2013 della Dakar.

 

Ma le Mini All4 Racing sono tutte lì, a distanza ravvicinata, e a un terzo di speciale è quella di Joan “Nani” Roma che passa al comando. Lo spagnolo, particolarmente a suo agio sul veloce, aumenta l’andatura e trascina nella volata, che dura fino al traguardo, il compagno di Team e leader della generale Stephane Peterhansel ed il sudafricano De Villiers.



I Buggy perdono progressivamente terreno, Al-Attiya commette anche un piccolo errore di navigazione, ma si mantengono a ridosso del plotone al comando, di cui fanno parte tre Mini e una Toyota. All’arrivo di Tacna le posizioni sono immutate: primo Roma e secondo Peterhansel. Con un ultimo ruggito Robby Gordon scavalca De Villiers e inserisce il suo Hummer al terzo posto. D’ora in avanti sarà presumibilmente questa la strategia dell’americano: nessuna… strategia, pedale dell’acceleratore a fondo, per il delirio degli spettatori. I Buggy di Sainz (quinto) e Al-Attiya “tengono”, ma quest’ultimo cede in pista altri sei minuti, tutti a favore del leader, Stephane Peterhansel, che da l’impressione di apprestarsi al decollo.

Le Mini All4 Racing sono tutte lì, a distanza ravvicinata, e a un terzo di speciale è quella di Joan “Nani” Roma che passa al comando


Resta da stabilire quale sia la vera ragione per cui le Mini All4 abbiamo tutto sommato dato l’impressione di soffrire la prima parte sabbiosa della corsa, e di conseguenza l’efficienza dei due ruote motrici al contrario visibilmente a proprio agio su questo genere di terreni. Una parte della verità è riconducibile senz’altro all’aumentata competitività di Buggy & Co., ma dall’altra viene il sospetto che Sven Quandt abbia consigliato i suoi di mordere il freno e di aspettare a lanciare l’attacco. È interessante il fatto che, seppure in un range di mezz’ora, tre auto sostanzialmente diverse tra loro sono in testa alla Dakar.

Classifiche

Leggi la classifica generale e l'ordine di arrivo della quarta tappa della Dakar 2013.

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