Dakar 2013, Tappa 4. Vincono Barreda (Husqvarna) e Al-Attiya (Red Bull Buggy)

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Vittorie di Barreda (Husqvarna) e Al-Attiya (Qatar-Red Bull Buggy). Olivier Pain (Yamaha) per la prima volta in testa alla generale moto, Peterhansel (Mini) davanti al Principe del Qatar nelle auto | <i>P. Batini</i>
8 gennaio 2013

Arequipa, 8 gennaioIl mistero delle Linee di Nazca, i geoglifi tracciati dalla Civiltà Nazca in un’area di cinquanta chilometri, e che rappresentano 800 gigantesche figure stilizzate di animali visibili solo dall’alto, sono niente in confronto con il mistero della Dakar che ha appena lasciato questa zona e che mostra un’altra dei suoi innumerevoli ed indecifrabili volti.

Una tappa lunghissima ha messo a dura a prova la tenacia dei piloti

La Nazca-Arequipa è, dall’inizio della 34ma edizione, la tappa più lunga, ben 720 chilometri, che i concorrenti abbiano sin qui affrontato, ed è stata tracciata su quel percorso del gran finale dell’edizione 2012, al contrario, che i concorrenti avevano scoperto particolarmente impegnativo, e che aveva mietuto non poche vittime a torto convinte di essere già in “discesa” verso il traguardo.

 

Quest’anno molti conoscevano la zona e il terreno, ma per contro la Speciale, 289 chilometri, si è rivelata da subito ancor più difficile. In fuoripista tra le dune, i concorrenti partiti per primi hanno immediatamente incontrato le prime difficoltà, rallentando la marcia di apertura e favorendo il ritorno dei concorrenti alle loro spalle. Lopez, Gonçalves e Despres al rallentatore nel deserto peruviano, dunque, e andatura a fuoco, invece, per Pizzolito e Barreda, l’ex leader partito questa mattina dalla 24ma posizione.

Il grande protagonista diventa Barreda

Mentre va delineandosi un nuovo scenario agonistico,  globalmente più equilibrato, il protagonista assoluto diventa Joan Barreda, lanciato nella rincorsa di avversari e tempo perso per l’incidente della tappa precedente. Partito indietro e con la strada in chiaro segnata dalle tracce di apripista autorevoli quali Despres e Lopez, “Bang Bang” Barreda demolisce dune, avversari e cronometro, e vince la tappa a mani basse, oltre otto minuti di vantaggio sul secondo. È a questo punto che entrano in scena quei Piloti fino ad oggi nell’ombra, come Olivier Pain, David Casteu e Jordi Viladoms, o appena sollecitati dalla mancanza di risultati, come Helder Rodrigues con la prima delle Honda e finalmente 5° al traguardo di Arequipa.

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La quarta tappa della Dakar 2013 ha impegnato i piloti per ben 720 km

 

La sorpresa è grande, ma logica. Olivier Pain, trentunenne francese di Niort alla sua settima Dakar e autore di una gara perfettamente regolare e senza intoppi, passa al comando del Rally, davanti a Casteu e Despres. Disarmante il candore del nuovo, inedito leader che ammette, essendo partito indietro, di aver potuto ottimizzare la propria rotta prendendo come riferimento la polvere degli avversari davanti a lui. Entusiasmante ed incerta, la gara si presenta di nuovo estremamente equilibrata alla vigilia della tappa che porta la carovana oltre confine, in Cile. Despres, terzo in generale a tre minuti da Pain e a un minuto da Casteu, ha la possibilità di controllare la corsa, ma non ancora il Barreda visto oggi e tornato in quinta posizione assoluta a cinque minuti dal nuovo leader.

 

 

Dopo oltre dieci ore di infernali prove speciali tutti big, inclusi Lopez, in difficoltà con la navigazione (solo 19° con oltre venti minuti di ritardo a Arequipa) e Botturi, sono in un “fazzoletto” di poco più di dieci minuti. Dietro a Rodrigues un altro redivivo, Gerard Farres, e Alessandro Botturi è 12°. Notevolmente rallentati, invece, David Fretigné, molto probabilmente costretto al ritiro, Joan Pedrero, James West e Frans Verhoeven, tutti con problemi meccanici o di insabbiamento. Marcos Patronelli e Sebastian Husseini, all’arivo nell’ordine, continuano a far da padroni nella gara dei Quad, e Camelia Liparoti si mantiene tenacemente in 17ma posizione nella generale.

Auto: il Valzer giuridico e tecnico di Sainz non distrae Al-Attiya

Giornataccia per Carlos Sainz. All’alba la notizia che il suo ricorso in un primo accolto era stato poi cancellato. Al nulla di fatto “giuridico” lo spagnolo due volte Campione del Mondo Rally WRC deve aggiungere un profilo di tappa tappa del tutto insoddisfacente. Partito fortissimo, Sainz è afflitto da problemi di natura elettrica al Buggy Qatar-Red Bull, e resta ancora fermo in pista per oltre venti minuti, con un altro problema questa volta meccanico.

Partito fortissimo, Sainz è afflitto da problemi di natura elettrica al Buggy Qatar-Red Bull, e resta ancora fermo in pista per oltre venti minuti, con un altro problema questa volta meccanico

 

Per il Matador Dakar intrappolato dalle sabbie dalla Nazca–Arequipa, tappa in gran parte sabbiosa o con terreni misti terra-sabbia (e fesh-fesh), la Dakar è adesso decisamente in salita. Sorti ancora peggiori per l’americano Robby Gordon, che vola nella prima parte della tappa ma è vittima della propria audacia, e per un problema di atterraggio si ferma sul tetto al chilometro 29. Per l’estroverso Pilota e costruttore americano il presente è qualche ora in pista per riparare i radiatori “offesi” dell’Hummer, con un futuro immediato comunque ugualmente incerto.

Giornata al top della forma per il Principe del Qatar

Se Sainz è costretto a mordere il freno in una tappa avvilente, il rovescio della medaglia è la giornata fantastica del suo compagno di Squadra Al-Attiya che, partito per primo da Nazca, conduce l’intera tappa in testa, aprendo la pista senza un solo errore di navigazione, e si presenta a Arequipa per primo.

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I piloti hanno avuto non pochi problemi di navigazione

 

I tempi risentiranno dell’ordine di partenza ma lo premieranno comunque vincitore, di pochissimo davanti a Guerlain Chicherit, mezzo minuto, e Stephane Peterhansel. Per il Principe del Qatar, secondo in generale a cinque minuti da Peterhansel, questa è stata una tappa modello, perfettamente in linea con il suo potenziale su questo genere di terreni.

Camion: vincono i Kamaz

Anche la gara dei Camion risente delle difficoltà della giornata. Vincono i Kamaz, con una doppietta di Mardeev e Karginov, e a farne le spese è principalmente il leader fino alla vigilia. L’IVECO Powerstar (il “musone” Strator Torpedo) di Gerard De Rooy, che si è fernato due volte e ha lasciato sulla pista mezz’ora in pista, lascia ora la strada al Tatra di Ales Loprais, in testa alla corsa, neanche un minuto il distacco. Ancor più sfortunato Miki Biasion, che ha perso oltre mezz’ora già nei primi cinquanta chilometri, e che perde la terza posizione della vigilia. Migliore degli IVECO è oggi il Trakker dell’olandese Hans Stacey.


Fortunatamente la quinta tappa è più breve, con due prove speciali distinte per le moto e per le auto. Moto e Quad entreranno in Prova quasi subito, mentre le auto e i camion dovranno spostarsi più verso Sud verso il confine con il Cile, dove la carovana si riunirà a Arica. 136 chilometri per le moto, 172 per le auto, prove speciali brevi e nuovi scenari, questa volta con molti sassi sulla pista ed insidiosi letti di fiume in secca.

Classifiche

Leggi la classifica generale e l'ordine di arrivo della quarta tappa della Dakar 2013.

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