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Conclusa la quarta tappa della Dakar 2013 è già possibile fare il punto della situazione sui piloti italiani che prendono parte al rally sudamericano.
Gli Italiani sulle due ruote
Andrea Fesani è stato il primo ritirato, Franco Panigalli il secondo. Sta bene. Tutti gli altri motociclisti sono ancora in gara compreso Manuel Lucchese, che alla fine della quarta tappa risultava 98° in classifica generale. I “ragazzi” di Endurology sono in gran forma (Luca Viglio sembra addirittura mettersi giorno dopo giorno in condizione di dare l’assalto alla classifica) e possono ancora vedere il lato simpatico, quasi goliardico della loro partecipazione (a breve li riprenderemo in una delle loro esilaranti “dirette”).
Il Team di Franco Picco ha sofferto la defaillance di Franco Panigalli, soprattutto Picco, naturalmente, diviso tra i ruoli di Pilota, Team Manager e di responsabile delle sue “nidiate”. Franco morde il freno e resta indietro, in attesa dei suoi e pronto a intervenire, e adesso passa ore al telefono, GSM e satellitare, per far da ponte con il suo PC Course a casa, la Moglie, tenersi informato ed informare.
“Il Team di Franco Picco ha sofferto la defaillance di Franco Panigalli, soprattutto Picco, naturalmente, diviso tra i ruoli di Pilota, Team Manager e di responsabile delle sue nidiate”
Alex Zanotti continua una gara in parte apprensiva, ma è sempre ottimista. La sua moto manifesta ancora piccoli problemi di alimentazione, ma si sa, anche piccoli problemi non ti fanno stare tranquillo, quando davanti a te hai 8.000 chilometri. Alessandro Botturi, beh, è il migliore dei nostri. Il Gigante di Gomma va forte e continua, come dice lui, a imparare e a divertirsi.
I piloti auto dello Stivale
Metà delle auto italiane, quattro alla partenza, sono ritirate. Dopo l’abbandono di Gianpaolo Bedin, è la volta di Michele Cinotto, asso italiano dei Rally, che ha dovuto abbandonare. Michele, insieme al navigatore Fulvio Zini, ha già passato la sua notte nel deserto, all’inizio del Rally, ed è stata una di quelle notti “tattiche”, spesa in parte per riparare la macchina, di quelle che si decidono a mente fredda ritenendole la soluzione migliore.
Continuano in gara i suoi due figli Pietro (insieme a Maurizio Dominella) e Carlo (navigato da Marco Arnoletti), anch’essi sulle Nissan del Team TecnoSport di Maurizio Traglio.
Camion: il migliore è Biasion
Tutti i Camion italiani sono ancora in gara. Il migliore classificato è oggi l’IVECO di Miki Biasion, che ha avuto una quarta tappa difficilissima ed è sceso dal terzo al 27° posto. Cappottato nella prima parte della Speciale, il camion è rimasto seriamente danneggiato. I compagni di Squadra Gerard De Rooy (che ha avuto i suoi problemi anche lui) e Hans Stacey, che occupano la seconda e sesta posizione in generale, si sono fermati ed hanno dato un minimo di aiuto all’italiano, ma poi hanno dovuto proseguire. Biasion, in cabina con Cabini e Huisman, è riuscito a ripartire e, lentamente, ha raggiunto il bivacco di Arequipa oltre cinque ore dopo l’arrivo del vincitore della tappa.
Tutti al bivacco anche gli Unimog dell’Orobica di Giulio Verzeletti, e tra questi naturalmente anche quello dell’ex Pilota di Formula 1 Alex Caffi, rallentato all’inizio della gara da un problema abbastanza insolito, l’inserimento di un circuito di protezione elettronica che “taglia” in condizioni anomale di temperatura, pressione, eccetera. È un problema analogo a quello che dovette affrontare Giacomo Vismara (il Guru degli Unimog, vincitore di una Dakar dei Camion), quando iniziò ad usare il nuovo modello, rimpinzato di elettronica