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San Juan de Marcona, Perù, 13 Gennaio 2018. Inizia ad alzarsi la nebbia sulla Dakar 1019 Perù. 100% Perù. C’è un po’ meno “neblina” sulla gara delle auto. Per contro, la Gara delle Moto sta diventando un vero e proprio thriller. Ogni giorno un nuovo “indizio”, un nome nuovo che si affaccia e porta il suo contributo al rimescolamento delle carte.
Per farla breve. Nasser Al-Attiyah e Mathieu Baumel si stanno avvicinando a grandi passi al terzo successo personale del Principe del Qatar, portando o portati in braccio dalla strepitosa Toyota Hilux che, evoluta nella versione 2018, è diventata un’arma difficile da spuntare.
La circostanza che, tuttavia, porta a un ulteriore consolidamento del risultato è variamente eccitante, anomala, clamorosa. Per prima cosa Sébastien loeb. L’alsaziano sta vincendo una prova dietro l’altra, scatenato anche dal torto subito durante la terza Tappa. In questo modo Loeb sta portando altra luce alla sua strepitosa carriera e alla pre-pensionata Peugeot, che aveva ritirato dalle competizioni, ma non dal “mercato”, la 3008 DKR Ufficiale. Loeb e PH-Sport stanno dimostrando che anche in forma privata, la due ruote motrici progettata a Velizy mantiene un elevatissimo potenziale di competitività.
Leob vince, ma Al-Attiyah aumenta il proprio vantaggio. Come può succedere? Con un fatto anomalo, l’errore, il terzo errore di Stephane Peterhansel, che per la terza volta è rimasto piantato tra le dune. È una storia importante ma anche divertente. La prima volta che era rimasto insabbiato, Stephane aveva fatto tutto da solo. La seconda aveva coinvolto anche Joan Roma, il suo vecchio e nuovo compagno di Squadra che, vistolo in difficoltà, si era fermato, aveva tirato fuori la cinghia e aveva “salvato” la Gara di Peterhansel. In quella occasione Roma era ripartito e, poco più avanti… aveva forato. Troma aveva rivolto un pensiero al cielo e interpellato il buon Dio. “Signore, io ho aiutato Peterhansel a venire fuori da una brutta situazione, tu potevi dare una mano a me ed evitare che dovessi fermarmi a mia volta!”
Oggi, tra Arequipa e San Juan de Marcona, la Tappa più lunga, il catalogo di sabbia e dune più completo. Roma si è fermato, la sua Mini All4 John Cooper Works nella sabbia. Passando di lì, Peterhansel non ha avuto un attimo di esitazione. Ha accostato e tirato fuori la cinghia di traino. Così è riuscito a ripartire, perdendo una manciata di minuti, Peterhansel no, ed è rimasto a sua volta piantato fino all’arrivo del buon samaritano. Circa venti minuti persi, quanto basta per sparire dal podio provvisorio. È così cresciuto il ritardo da Al Attiyah davanti Loeb.
Al-Attiyah va avanti con serena autorità. Gli viene incontro la nuova incertezza di Peterhansel e non lo può disturbare che vinca Loeb, che difficilmente può rientrare in gioco. Il segreto del qatariota è la sua nuova Macchina, la Toyota che con poche migliorie rispetto alla Hilux Campione del Mondo Cross-Country Rally è diventata una certezza. il segreto è in quelle geometrie di telaio e posizionamento di motore, nell’affinamento dei cinematismi di lavoro delle sospensioni, e nella fiducia assoluta riposta nel propulsore, l’incredibile V8 da cinque litri. Con un mezzo simile Al-Attiyah ha fatto tutto e solo quello che gli era consentito dal talento. Significa attaccare nel momento propizio, approfittando magari di un po’ di confusione attorno, e tenere sotto controllo la situazione nei momenti meno favorevoli. Poi, per la verità, c’è da notare che non è andata allo stesso modo a De Villiers e neppure a Ten Brinke, ma al sudafricano manca uno strato di aggressività che, forse, non ha mai avuto, e all’olandese la necessaria esperienza.
È interessante rilevare che, se la posizione di Al-Attiyah e della Toyota che si avvicina a grandi passi alla realizzazione di un sogno può essere ragionevolmente inattaccabile, la lotta per l’accesso al terzo gradino del Podio si fa sempre più interessante. Adesso sono in tre, Peterhansel, Roma e Despres e possiamo smettere di considerare quest’ultimo come il portatore d’acqua di lusso agli ordini della Squadra.
Strepitosa, da cardiopalmo la gara delle Moto. Anche se si inizia male, registrando un incidente da… manuale. Si era appena all’inizio della Speciale, trentatreesimo chilometro, quando Lorenzo Santolino ha messo fine al suo debutto. Una brutta caduta e il sogno del Rookie che aveva chiuso al quarto posto la 5^ Tappa e che era già nella top ten, è rimandato. Purtroppo è un tipo di “lezione” non infrequente, alla Dakar. Si parte, ci si scopre adatti o facilmente adattati, arriva un minimo di considerazione e sale l’autostima. Con tutto questo sale anche la velocità, e un certo “entusiasmo” che rende più coraggiosi. Quando arriva la “botta”, spesso il Pilota non è minimamente preparato, e la fragilità dell’uomo esce allo scoperto.
La copertina del Rally delle Moto è comunque di Pablo Quintanilla. Il cileno non si era fatto vedere molto, anzi, per come si può conoscerlo non si era visto affatto. Sembrava quasi in difficoltà. Poi l’esplosione nella Tappa dopo il giro di Boa. Quintanilla ha vinto una battaglia importante contro Benavides, serve a mantenere le distanze, ed è passato al comando andando a sostituire il leader di due Tappe, l’americano Brabec. Tutti gli altri, chi più chi meno, sono in calo. Cose che capitano. A cominciare dall’americano, che ha fatto fatica a trovare un waypoint e ad aprire la pista incaricandosi di prendere decisioni capitali anche per gli altri, che hanno potuto quindi seguirlo in scioltezza. Il problema di Brabec è grave, non ha una Squadra che lo aiuti a superare se stesso e la… storia di frustrazioni della formazione Barreda-centrica. Per vincere la Dakar un aiuto fa troppo comodo, e non si è capito chi potrebbe offrirlo a Brabec.
In calo anche tutta la formazione KTM, anche se a ben vedere non è esattamente così. Comunque. Ha perso tempo Walkner, è stato rallentato Sunderland che ha dovuto sbarazzarsi della pinza del freno posteriore, e non c’è ancora Luciano Benavides, anche se nessuno lo aveva chiamato a difendere la Patria e l’argentino è qui solo per fare esperienza. Il primo Pilota KTM nella generale è Toby Price, che è sempre stato lì anche se sin dall’inizio è quello che ha corso nelle condizioni peggiori a causa del polso dolorante e non a posto. Price il problema non se l’è neanche posto, e non vuole sentire parlare del suo polso. Vorremmo, invece, chiedergli e chiedere a Jordi Viladoms e a Pierre Alxander Renet, i Team Manager di KTM e Husqvarna, cosa si è pensato di fare per proteggere il record di 17 vittorie consecutivi che sembra ora realmente minacciato. Si assegnerà Walkner alla protezione di Price, si continuerà a confidare sulla fedeltà alla causa di Short? Oppure si è già immaginato di riunire in un’unica “unofficial” Family tutte le risorse e lavorare per la prima vittoria Husqvarna? E nessuno ha pensato di offrire un “lavoro” al bravissimo, e solitario Svitko? Per il resto, sembrano stazionarie le condizioni delle Yamaha di Van Beveren, che si è fermato a soccorrere Santolino, e di De Soultrait, come due Mondi diversi in una stessa orbita. Anche in questo caso non si riesce ad immaginare una grande armonia d’intenti finalizzati a condividere un successo di Marca.
Bella tappa. Merita una sottolineatura partendo da un… dubbio. Bella, si diceva. Perfetta dal punto di vista dello scenario. Eccellente da quello tecnico e della varietà di situazioni di terreno. Però questa Dakar vien definita un po’ “artificiale” per il fatto che si finisce per correre in lungo e in largo in un’area relativamente piccola. È una questione più emotiva che pratica, ma reale. A me sembra che la formula funzioni benissimo, e che in ogni caso questa è la soluzione che mantiene altissimo il livello di una Dakar obbligatoriamente “compatta”. La chiave di lettura delle scelte peruviane è che, una volta ritrovati i grandi spazi internazionali, questa formula potrebbe favorire la realizzazione di percorsi perfettamente equilibrati dal punto di vista tecnico, con una logistica significativamente semplificata. È la soluzione che consentirà a ASO di lanciare una campagna di riposizionamento economico dei costi di partecipazione? Chissà!
Piero Batini – Mr. Franco
Classifica Tappa 6
Pos |
Pilota |
Auto |
Tempo |
Distacco |
1 |
PH-SPORT |
03H 39' 21'' |
||
2 |
TOYOTA GAZOO RACING SA |
03H 41' 38'' |
+ 00H 02' 17'' |
|
3 |
X-RAID MINI JCW TEAM |
03H 46' 17'' |
+ 00H 06' 56'' |
|
4 |
X-RAID MINI JCW TEAM |
03H 52' 26'' |
+ 00H 13' 05'' |
|
5 |
X-RAID TEAM |
03H 52' 29'' |
+ 00H 13' 08'' |
|
6 |
X-RAID MINI JCW TEAM |
03H 58' 10'' |
+ 00H 18' 49'' |
|
7 |
MP-SPORTS |
03H 58' 43'' |
+ 00H 19' 22'' |
|
8 |
TOYOTA GAZOO RACING SA |
04H 02' 50'' |
+ 00H 23' 29'' |
|
9 |
TOYOTA GAZOO RACING SA |
04H 06' 50'' |
+ 00H 27' 29'' |
Classifica generale dopo Tappa 6
Pos |
Pilota |
Auto |
Tempo |
Distacco |
Penalità |
1 |
TOYOTA GAZOO RACING SA |
21H 01' 31'' |
|||
2 |
PH-SPORT |
21H 39' 14'' |
+ 00H 37' 43'' |
||
3 |
X-RAID MINI JCW TEAM |
21H 42' 45'' |
+ 00H 41' 14'' |
||
4 |
X-RAID TEAM |
21H 46' 55'' |
+ 00H 45' 24'' |
||
5 |
X-RAID MINI JCW TEAM |
22H 25' 06'' |
+ 01H 23' 35'' |
||
6 |
MP-SPORTS |
23H 32' 33'' |
+ 02H 31' 02'' |
||
7 |
TOYOTA GAZOO RACING SA |
25H 20' 15'' |
+ 04H 18' 44'' |
||
8 |
X-RAID MINI JCW TEAM |
26H 19' 32'' |
+ 05H 18' 01'' |
||
9 |
TOYOTA GAZOO RACING SA |
27H 49' 31'' |
+ 06H 48' 00'' |
00H 04' 00'' |
Classifica Tappa 6
Pos |
Pilota |
Moto |
Tempo |
Distacco |
1 |
ROCKSTAR ENERGY HUSQVARNA FACTORY RACING |
03H 50' 47'' |
||
2 |
MONSTER ENERGY HONDA TEAM 2019 |
03H 52' 39'' |
+ 00H 01' 52'' |
|
3 |
RED BULL KTM FACTORY TEAM |
03H 55' 08'' |
+ 00H 04' 21'' |
|
4 |
RED BULL KTM FACTORY TEAM |
03H 55' 35'' |
+ 00H 04' 48'' |
|
5 |
YAMALUBE YAMAHA OFFICIAL RALLY TEAM |
03H 56' 35'' |
+ 00H 05' 48'' |
|
6 |
MONSTER ENERGY HONDA TEAM 2019 |
03H 58' 17'' |
+ 00H 07' 30'' |
|
7 |
SLOVNAFT TEAM |
03H 59' 07'' |
+ 00H 08' 20'' |
|
8 |
ROCKSTAR ENERGY HUSQVARNA FACTORY RACING |
04H 04' 41'' |
+ 00H 13' 54'' |
|
9 |
RED BULL KTM FACTORY TEAM |
04H 06' 00'' |
+ 00H 15' 13'' |
|
10 |
MONSTER ENERGY HONDA TEAM 2019 |
04H 12' 34'' |
+ 00H 21' 47'' |
Classifica generale dopo Tappa 6
Pos |
Pilota |
Moto |
Tempo |
Distacco |
Penalità |
1 |
ROCKSTAR ENERGY HUSQVARNA FACTORY RACING |
20H 45' 13'' |
|||
2 |
MONSTER ENERGY HONDA TEAM 2019 |
20H 49' 51'' |
+ 00H 04' 38'' |
||
3 |
RED BULL KTM FACTORY TEAM |
20H 50' 30'' |
+ 00H 05' 17'' |
||
4 |
MONSTER ENERGY HONDA TEAM 2019 |
20H 53' 14'' |
+ 00H 08' 01'' |
||
5 |
YAMALUBE YAMAHA OFFICIAL RALLY TEAM |
20H 54' 45'' |
+ 00H 09' 32'' |
||
6 |
RED BULL KTM FACTORY TEAM |
20H 55' 59'' |
+ 00H 10' 46'' |
00H 03' 00'' |
|
7 |
RED BULL KTM FACTORY TEAM |
21H 06' 19'' |
+ 00H 21' 06'' |
00H 02' 00'' |
|
8 |
SLOVNAFT TEAM |
21H 17' 09'' |
+ 00H 31' 56'' |
||
9 |
YAMALUBE YAMAHA OFFICIAL RALLY TEAM |
21H 23' 17'' |
+ 00H 38' 04'' |
||
10 |
ROCKSTAR ENERGY HUSQVARNA FACTORY RACING |
21H 24' 09'' |
+ 00H 38' 56'' |