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Teruel, 22 Luglio 2018. Baja Aragon numero trentacinque. Cinque tappe per cinquecento chilometri di prove speciali non-stop, la gara spagnola è la prova che porta nel deserto aragonese la Baja europea per eccellenza, e che ogni estate ridefinisce la scala di valori di un modo assai spettacolare (e anche un po’ pericoloso) di intendere le Corse in Fuoristrada. Il percorso è segnato, in buona parte conosciuto e studiato nei dettagli, e dunque votato alla velocità. Non per caso a vincere la “classica” spagnola sono quasi sempre degli specialisti.
Beh, non in questo caso. La Baja Aragon 2018, infatti, va al russo Vladimir Vasilyev, nella Gara delle Auto, e a Michael Metge, nella Corsa delle Moto.
C’è da dire innanzitutto che i “detentori”, i Campioni in carica, erano assenti in entrambe le categorie. Joan Barreda perché, così si è giustificato il fuoriclasse spagnolo, la sua Honda da deserto non era la Moto adatta per l‘occasione, e Nasser Al Attiyah perché, insieme al fido navigatore Mathieu Baumel, ha preferito ingaggiarsi nel Silk Way Rally che corre la sua prima metà in Russia (la seconda andrà in scena in Cina, a settembre).
Detto questo, è stata una Baja Aragon strana e bellissima, ha addirittura piovuto, in entrambe le categorie, combattuta fino al filo di lana e che non ha risparmiato i colpi di scena.
Vladimir Vasilyev ha vinto la Baja delle Auto in coppia con Konstantin Zhiltov, imponendosi al termine di un lungo e appassionante confronto ravvicinato con il polacco Jakub Przygonski, al volante della Mini ufficiale del Team X-raid, e il Ceco Martin Prokop, in gara con una Ford Raptor RS. Vasilyev ha vinto la prima Speciale, e ha regolato la sua gara su Przygonski dopo che questi ha sbagliato nelle fasi inziali, costruendo così, passo dopo passo con grande sicurezza il proprio successo. Per niente impressionato dalla pressione di Przygonski, e tenuto più facilmente sotto controllo Prokop, vittima di un numero eccessivo di forature, il russo già Campione del Mondo nel 2014 ha respinto tutti gli attacchi con grande disinvoltura e si è presentato al traguardo della terzultima prova di Coppa del Mondo con un vantaggio di quasi un minuto sul secondo e di oltre due sul terzo.
Con la vittoria alla Baja Aragon, adesso il Pilota del Team G-Energy scavalca Prokop, che a sua volta lo aveva superato al termine dell’Italian Baja, e si avvicina al leader della graduatoria provvisoria di Coppa del Mondo, Przygonski.
A lungo in corsa per un posto sul podio, lo spagnolo Xevier Pons è stato l’altro, acclamatissimo protagonista della Gara, conclusa però con uno sfortunato ritiro.
Nella vittoria di Vasilyev alla Baja Aragon c’è un altro fatto importante. Il russo del Team G-Energy, infatti, si è imposto con la Toyota Hilux, Macchina del management Overdrive che aveva scelto nell’immediata vigilia della Corsa spagnola, ovvero subito dopo aver abbandonato la Mini con la quale aveva disputato le precedenti prove della Coppa del Mondo Cross-Country Rally & Baja. Tenuto conto che Vasilyev non ama troppo le corse brevi (lo ha dichiarato qui), prediligendo le lunghe maratone, e che ha avuto poco tempo, e nessuna occasione seria, per testare l’efficienza dello “switch” tecnico, questo successo, per così dire di debutto, segna un punto importante a favore di Toyota nella corsa alla “successione” di Peugeot alla Dakar. Non è un mistero, infatti, che i maggiori candidati a prendere il posto della ormai leggendaria 3008 DKR Maxi siano Mini e, ora con il vantaggio espresso dalla scelta e dal successo di Vasilyev in Spagna, Toyota.
Non meno avvincente, anzi forse ancora più “tirata”, la Baja Aragon delle Moto vinta da Michael Metge. Perso per strada il rinunciatario Barreda, ormai concentrato esclusivamente sulla Dakar e sulle sue “varianti”, il “Gran Premio del Deserto Aragonese” ha mandato in scena un lungo, bellissimo confronto tra i fratelli Adrien e Michael Metge e Joan Pedrero, poi distillato nel duello tra Michael e Joan. C’era, naturalmente, anche una “motivazione” in un certo senso personale, poiché proprio Michael Metge, dopo essere stato lasciato “libero” dal Team Honda ufficiale, è approdato al Team Ufficiale Sherco dal quale era appena fuoriuscito Joan Pedrero. Solo un “prurito” da rotocalco, in verità, perché entrambi i Piloti sono eccellenti persone e buoni amici, di quel tipo che non si perderebbe mai dietro a una questione pretestuosamente “scandalistica”.
Adrien prima, e Michael dopo, hanno guidato la Squadra Sherco alla prima vittoria, al terzo tentativo, del Pilota, e della Marca francese. Joan Pedrero, in corsa con una KTM e alternativamente vittorioso nelle singole Speciali, è andato anche in testa ma ha concluso con un ritardo di appena 21 secondi, secondo posto in una Gara che non è della sua “taglia”, ma che esprime ancora una volta il potenziale del generoso “Gigante” catalano ex “portatore d’acqua” di Marc Coma.
C’è da dire che una parte importante del successo Sherco è da attribuire al lavoro della Squadra diretta da David Casteu, puntuale e perfetta ai numerosi rifornimenti a cui era costretta la Moto da Enduro di Michael. Probabilmente il vantaggio finale dipende in buona parte anche dal successo ai “pit stop”. Una nota di elogio va al fratello Adrien che, invece, correva con la Sherco in versione Dakar. A tredici secondi appena dal podio un altro spagnolo, Marc Solà,
Nella Gara dei Quad, vittoria di Dani Vilà dopo l’abbandono di Mario Gajon, in quella dei Camion successo del ceco Jaroslav Valtr e tra i “buggies”, i piccoli quattro per quattro, vittoria di Dani Solà che si aggiudica anche il “posto” Road To Dakar che metteva in palio per l’occasione un’iscrizione alla Dakar 2019.