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Abu Dhabi, UAE, 7 Marzo. Abu Dhabi Desert Challenge. Dopo la scorpacciata di Dakar il Cross-Country riprende con le “classiche”. Con una differenza, tuttavia, sostanziale. La grande differenza rispetto alle stagioni scorse, ma direi rispetto alla storia, è che ora esiste un Campionato del Mondo, sia FIA per le Auto che FIM per le Moto, che vede proprio la Dakar in prima fila ad aprire la stagione dei tornei. Anzi, la riluttante Dakar ora è anche al timone della grande nave del Rally-Raid, e ASO, che è la società proprietaria della Dakar, è il Promoter con un ruolo globale importante e delicato.
Quindi quella che era un tempo la Prova di apertura è ora la seconda dei rispettivi Campionati, con un potenziale di contributo in termini di punti non più così significativo. È una delle tante, anzi, poche gare di un calendario sempre difficile da mettere insieme. Da un altro punto di vista, meno “sentimentale”, questo significa dare finalmente ai Mondiali due caratteri fondamentali. La credibilità dell’omogeneità e l’importanza dei contenuti in un contesto ora più vero. Vuol dire anche, d’altra parte, che se uno fa la Dakar è gli è andata bene è già avanti con il Mondiale, ma allo stesso tempo per vincerlo non può permettersi troppe assenze.
Il giochino potrebbe funzionare, se non fosse che ad Abu Dhabi sono scesi in campo in pochi, come al solito quelli veramente interessati al Titolo, e altrettanto pochi “turisti”. Il livello della competitività, in ogni caso, è alto.
Due giorni di Abu Dhabi Desert Challenge sono passati, e c’è già di che parlare.
La gara delle Auto, per esempio, segna già il suo piccolo colpo di scena. Nasser Al Attiyah, il vincitore della Dakar, ha fatto fuori una ruota durante la prima tappa, 260 chilometri di Speciale, cosicché continua da perfetto, velocissimo inseguitore. Leader del Mondiale alla vigilia, 88 punti contro gli 85 di Sébastien Loeb, Al Attyah è “fortunato” perché anche Loeb è rimasto oltre un’ora nel Deserto per un danno alla BRX. Al Attiyah comunque paga almeno il ritardo dall’attuale leader del Rally. Che è, udite! Udite! Stephane Peterhansel ai comandi dell’unica astronave AUDI RS Q e-tron mandata sulla Terra a perfezionare sviluppo e preparazione.
Al Attiyah e Loeb tornano a dominare la seconda Tappa, 315 chilometri, molti dei quali di dune, ma “Peter”, quarto di frazione, conserva la leadership e un vantaggio discreto, sette minuti, su Al Rajhi, e più concreto su Prokop.
Il Rally è quindi impostato sulla settima vittoria di Peterhansel, qui come alla Dakar con Boulanger e, di fatto, sul potenziale della Audi, che rappresenta ancora l’incognita da svelare, è naturale, ma che continua a sorprendere favorevolmente.
Come alla Dakar la Gara delle Moto è assai più equilibrata. E anche più affollata. Dei 40 partenti, infatti, oltre la metà sono iscritti al Mondiale. Franco Picco e Paolo Lucci compresi, il che ci porta a confermare l’ipotesi di stagione completa per il nostro senatore e per la nostra promessa. Picco è alla riprova di affidabilità della Fantic 450 Rally (sta correndo con lo stesso motore della Dakar), Paolino è alla conferma di affidabilità del proprio… sistema. Tendenzialmente molto veloce ma un po’ arrischiato, Lucci sembra, infatti, più moderato in questa circostanza.
Morale: Sam Sunderland, vincitore della Dakar per la prima volta di GASGAS, ha vinto la prima tappa davanti a Kevin Benavides, e Ross Branch, passato a Hero, ha vinto la seconda davanti a Luciano Banavides, cosicché Kevin Benavides, KTM, è in testa al Rally davanti alle Honda di Brabec e Cornejo. Considerato che ci sono 9 Piloti in 9 minuti, è chiaro che il Rally ai due quinti del suo sviluppo è ancora apertissimo.
Per ritrovare un italiano nella sparuta truppa dell’ADDC bisogna andare in testa alla Corsa dei Prototipi Leggeri (gli SSV “cattivi”) e ritrovare Francisco Chaleco Lopez, altro vincitore della Dakar, al comando in compagnia del nostro Paolo Ceci. A loro disposizione la “macchinina” ufficiale di South Racing che sta davanti ai due OT3 Red Bull della Gutierrez e di Quintero.
Paolo Ceci: “Finito anche oggi, seconda tappa. Siamo strafelici perché abbiamo fatto una corsa pulita senza errori. Siamo partiti dietro e De Mevius che era in testa alla gara di cinquantacinque secondi e, niente, abbiamo attaccato e l’abbiamo visto fermo. Insomma dopo un centinaio di chilometri eravamo davanti. Abbiamo continuato a tenere un ritmo molto elevato ma senza prendere rischi, abbiamo vinto la tappa oggi e siamo primi nella generale con venti minuti di vantaggio su Seth Quintero. Dovremmo anche essere quarti assoluti con le macchine. Siamo super super super super super felici. Chalecco ha guidato alla grande io non ho fatto nessun errore, quindi avanti così, domani è un altro giorno!”
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