Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Parigi, 26 Aprile. Ore 09:30. Minuto più minuto meno, sono precisi questi francesi, Etienne Lavigne, Direttore della Dakar, sale sul palco del salone dell’Aero-Club de France, un po’ di numeri e circostanze dell’edizione 2016 ma non la fa tanto lunga. Breve preambolo e poi si getta nel turbine di novità della 39ma Dakar, l’edizione che ci ha fatto stare un poco con il fiato sospeso e che, nel ritardo di definizione, ha dato il via ad una vera e propria sarabanda di FantaDakar che ha coinvolto anche noi. Bene, per la verità non ci siamo andati lontano. Anzi, abbiamo vinto la “scommessa” fornendovi delle anticipazioni attendibili.
Sarà dunque Dakar Paraguay-Bolivia-Cile. Paraguay benvenuto, per la prima volta, 29ma nazione che entra nella storia della Dakar dalla porta principale. Il Paese, infatti, ospiterà la partenza del Rally dalla sua Capitale, Asuncion, e probabilmente questo è anche il riconoscimento a un Paese che da anni ormai bussava alla porta del Grande Rally.
Premio anche per la Bolivia e per il suo attaccamento al Raly mas duro del Mundo, che nelle tre edizioni scorse ha ospitato la Carovana Multicolore con l’affetto per una cosa che appartiene ormai al suo Popolo. Così la Dakar 2017 starà qualche giorno di più in Bolivia, quattro o cinque, non è ancora chiaro, visiterà finalmente altri luoghi mitici del Nord e la Capitale La Paz, dove si fermerà per la giornata di riposo, per poi scendere verso Sud, direzione Uyuni e il confine argentino, passare nel Paese che è un “classico” della storia moderna della Dakar, e concludersi a Buenos Aires. La seconda settimana di gara, dunque, si presenta come una variazione sul tema maturato in anni di passaggi, e presuppone una traiettoria verso l’Ovest argentino all’ombra delle Ande e una reinterpretazione del complesso delle “mitiche” dune di Fiambala.
Ma la prima settimana porterà i concorrenti a vivere l’esperienza di un’avventura tutta nuova, con variazioni geografiche, morfologiche, climatiche, di altitudine e di terreno destinate a lasciare il segno nell’evoluzione del Rally organizzato da ASO. Sarà una Dakar molto diversa da quella che l’ha preceduta, questo è fuori di dubbio, e questo era un impegno che ASO aveva preso con i suoi fedelissimi all’indomani di un’edizione il cui percorso era stato giocoforza rimaneggiato dopo il clamoroso “abbandono” del Perù. Sarà una Dakar molto bella a due, forse tre facce, che introdurrà nel suo “bouquet” le difficoltà tipiche dell’ambientazione tropicale dell’avventura, come in una ricerca dell’Africa perduta, ma più in chiave Safari Rally.
La nuova faccia della Dakar è quella dei paesaggi tropicali, delle lunghe tappe su piste interminabili che attraversano piantagioni, pianure e foreste dalla vegetazione lussureggiante
Le zone del Paraguay del viaggio verso la Bolivia sono infatti caratterizzate da quei terreni nei quali impera la laterite e la foresta pluviale, con un forte richiamo ad alcune corse tra le più famose in Sud America, quali la Trans Itapua e la Trans Chaco, appartenenti ad una storia di Rally tutta sudamericana che ne ha dipinto il mito di “carrere” tra le più difficili e massacranti del Mondo. In Paraguay, inoltre, la Dakar ha “sperimentato” il Desafio Guarani, già inserito nelle Dakar Series e rivelatosi durissimo. La nuova faccia della Dakar è quella dei paesaggi tropicali, delle lunghe tappe su piste interminabili che attraversano piantagioni, pianure e foreste dalla vegetazione lussureggiante. Grande probabilità che le piogge, sicure all’80% nel periodo dell’anno in cui si svolge la Dakar, plasmino l’avventura di un bellissimo incubo di fango. Come un “tranquillo week end di paura”, dunque, ma più lungo e di gran lunga più spettacolare, in uno scenario che è l’essenza dell’avventura e dell’esplorazione.
Tornare in Bolivia e rimanervi per più tempo era una proposta che aveva lanciato, già alla fine della scorsa Dakar, il Pilota boliviano più rappresentativo, Juan-Carlos “Chavo” Salvatierra, e pare proprio che il simpatico testimone del Paese sarà accontentato in pieno. Non solo, infatti, la Dakar 2017 rimarrà in Bolivia per più giorni, ma passerà dalla sua Capitale, La Paz, vi si fermerà per la giornata di riposo, e poi scenderà verso Sud, verso il Salar di Uyuni e oltre, con destinazione il confine argentino. E l’Argentina, infine, “pilastro” della Dakar che i “Dakariani” conoscono bene. La discesa attraverso l’Ovest del Paese e l’attraversamento Ovest-Est della Pampa è lo scenario dove sono stati scritti alcuni dei più bei capitoli, e anche dei più “tormentati”, della storia della Dakar sudamericana.
12 tappe, di cui sei in altitudine. Una in Paraguay, quattro o cinque in Bolivia e sei o sette in Argentina, lasciamo lavorare i tracciatori. Partenza da Asuncion il 2 Gennaio e arrivo a Buenos Aires il 14. Tre tappe con più di 450 chilometri di prova speciale, una con più di 700 e una Super Tappa Marathon d’altri tempi. Condizioni climatiche estreme, geografia molto varia. 9.000 chilometri, circa la metà di percorsi inediti.
È la Dakar dei Grandi Viaggiatori!