100% Perù. Dakar Rewind. Vantaggio Toyota

100% Perù. Dakar Rewind. Vantaggio Toyota
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Un grande ventaglio di possibilità teoriche, poi una rapida e chiara selezione da cui emerge la Toyota Hilux di Nasser Al Attiyah. Le ragioni di un primato… istintivamente annunciato
4 febbraio 2019

Somewhere, some days after. Dakar 2019. “Vince Nasser!” questa è la maggioranza delle risposte a bruciapelo, a domanda a bruciapelo. Non un referendum, s’intende, né un ragionamento particolarmente acuto ma così, parlando qua e là. La risposta istintiva, immediata è sempre la stessa. Quasi che, nel corso dell’anno e durante la marcia di avvicinamento alla 42ma Edizione, ognuno di noi si fosse sentito in obbligo di aprire la busta del notaio e scoprire anzitempo chi avrebbe raccolto l’eredità delle leggendarie Peugeot vincitrici nelle ultime tre edizioni.
Oggi la cronaca è storia, e i fatti dicono che le Mini John Cooper Works Buggy erano un po’ premature, che le All4 “storiche” avevano fatto un deciso passo in avanti, ma non abbastanza lungo da riportarle definitivamente in cima alla lista, e che le Peugeot ex ufficiali, sebbene competitive, pagavano inesorabilmente l’usura del tempo e la mancanza di un’assistenza 100% ufficiale, effettivamente e più volte dimostrato, unica soluzione di eterna giovinezza di un Mezzo ufficiale.
Restava la Toyota, ed è rimasta l’impeccabile Hilux ultima versione magistralmente condotta da Nasser Al Attiyah e Matthieu Baumel.
 

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Ma quale è il segreto della Toyota #301? I segreti sono due, anzi tre, tutti strettamente connessi. L’evoluzione della specie, innanzitutto. Macchina nata bene, e sottoposta ad affinamenti e miglioramenti sempre di dettaglio. Il risultato finale è una Macchina completamente nuova sotto il profilo dell’efficienza, estremamente affidabile e competitiva. La Hilux, che oggi segue la sigla di sviluppo specifica IMA, era nata in Sud Africa più di un lustro, fa partendo dai prototipi in voga nelle Baja americane. Un Macchina nata bene, performante e facile da guidare, ma fragile, non adatta all’impiego gravoso della Dakar. Lo sviluppo aveva seguito una doppia strada, da una parte in Sud Africa e dall’altra con la nascita di Overdrive, la realtà belga che oggi si occupa anche della gestione sportiva e della clientela sportiva Toyota per i Rally-Raid.
 

Dopo cinque anni di evoluzione, per la Dakar 2018 viene preparata una Hilux totalmente nuova che, sebbene a corto di esperienza, ottiene il secondo e il terzo posto. Manca ancora la vittoria, più volte sfiorata sin dalla prima sfida Toyota del 2012, ma la strada è segnata. La nuova Hilux IMA ha un layout completamente nuovo, il motore è centrale e viene adottato un nuovo schema di sospensioni posteriori indipendenti, la trazione integrale permanente. Toyota, che nel frattempo è entrata ufficialmente nell’operazione che porta alla lungamente attesa sinergia con Toyota Gazoo Racing, trasfonde e trasferisce nella nuova “arma” tutta l’esperienza accumulata con i precedenti modelli

La nuova Hilux IMA ha un layout completamente nuovo, il motore è centrale e viene adottato un nuovo schema di sospensioni posteriori indipendenti

In particolare si conferma la fiducia al propulsore, un benzina V8 da cinque litri, aspirato, e al cambio. Entrambi sono sottoposti a continue migliorie durante la prima parte della stagione, e collaudati sul campo durante un’intera stagione di Gare. Il nuovo schema, che porta a una sostanziale rivisitazione della distribuzione dei pesi, viene affinato ulteriormente in vista dell’impegno 2019. Equipaggio al centro, il motore subito dietro e, parzialmente, sotto. Ruote di scorta sotto i sedili, nella parte inferiore del traliccio in tubi. Poche e di dettaglio le modifiche che portano al Hilux modello 2019. Qualcosa di più dal potentissimo V8, nessuno lo dice e il valore non c’è in nessuna scheda tecnica, ma si parla di poco meno di 370 cavalli, valori di coppia prossimi ai 650 Nm e, soprattutto, trattabilità, guidabilità. Addirittura, se si può parlarne trattandosi di Auto da Corsa, confort.

I nuovi regolamenti hanno cercato di livellare le prestazioni di turbo-diesel e benzina attraverso una nuova misura di flangia di aspirazione, 37mm. Il motore Toyota è solo parzialmente sacrificato dalla nuova norma, buona parte di quello che si perde potenzialmente per strada è compensato dalla grande elasticità, dalla prontezza di erogazione e dal fatto che il percorso della Dakar 2019 non prevede una parte in quota ed è di natura prevalentemente sabbioso. La sommatoria dei più e dei meno, vantaggi e svantaggi, orienta la nuova Hilux verso il  concetto di Macchina perfetta per vincere la Dakar.
L’ultimo atout giocato da Toyota Gazoo Racing, il meno conosciuto, è il “programma di allenamenti”. Contrariamente alla consuetudine, Toyota Gazoo Racing decide di partecipare alle stagioni di Gare 2017 e 2018, per ottimizzare lo sviluppo e i collaudi della nuova Vettura destinata alla Dakar. In particolare, con la Hilux laboratorio, Giniel De Villiers si aggiudica le due stagioni consecutive del Campionato Sud Africano di Cross-Country. Al Attiyah partecipa al Rally del Qatar e vince l’ultimo “test”, il Rally del Marocco dell’ottobre scorso, ultima occasione utile per validare il materiale della Dakar.
 

Non tutto funziona a dovere, tuttavia, per le tre Toyota Hilux schierate ufficialmente. L’olandese Ten Brinke è costretto al ritiro e De Villiers, dopo essere stato al comando del Rally, finisce al nono post per un danno importante dopo l’urto violentissimo contro sasso nel fesh fesh.
Nasser Al Attyah non fallisce, vince la prima Tappa, va in testa al Rally a partire dalla terza e vince con quasi un’ora di vantaggio su Nani Roma, Mini All4, e quasi due su Sébastien Loeb, Peugeot.
La Toyota Hilux diventa la Star della Dakar. Di colpo l’Icona di un genere del tutto utilitaristico, ma già con un precedente “modaiolo”, estende il suo carisma all’intero Mondo del Motorsport. Prima ancora della vittoria è stata commercializzata una versione “Dakar”, e una rarità già ricercata è uno dei 420 pezzi dell’Hilux GR che riposiziona in senso “Sport” l’imbattibile 4x4 da lavoro.
 

Non è finita, è lo stesso Nasser Al Attiyah che, all’indomani della terza vittoria personale, diventa ambasciatore sportivo del marchio e del modello che ha portato al successo, gettando un ponte tra la Dakar e alcune delle stelle più brillanti del firmamento del Motorsport. Si parla con sempre maggiore insistenza di una partecipazione alla Dakar, e con una Toyota, di Fernando Alonso e, addirittura, di Valentino Rossi.

Momento d’oro per quel Marchio, TGR, che da sempre sottintende l’eccellenza di Toyota, ma che oggi sottolinea l’impegno di trasformare ogni impegno agonistico della Casa giapponese in un successo.

 

Piero Batini – Mr. Franco

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