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Susan Porter, cittadina californiana, si è lanciata in una battaglia legale sull'uso del clacson come forma di libertà di parola. Questo dopo essere stata multata nel 2017 per aver suonato il clacson in segno di protesta contro un membro del congresso. La questione ora è giunta davanti alla Corte Suprema, con gli avvocati di Porter che sostengono che suonare il clacson costituisca un'espressione di libero pensiero e che i conducenti non dovrebbero essere sanzionati per questo gesto.
Nonostante la sentenza sfavorevole da parte del giudice distrettuale e della corte d'appello, gli avvocati di Porter hanno presentato un'istanza alla Corte Suprema chiedendo una revisione della decisione. La domanda centrale è se il suono del clacson possa essere considerato libertà di espressione. Attualmente, almeno 41 stati hanno leggi che limitano l'uso del clacson solo come segnale di pericolo, sebbene spesso tali norme non vengano applicate.
Alcuni stati hanno leggi più specifiche contro il suono del clacson in contesti particolari, come per l'inquinamento acustico, vietando suoni molesti in determinati orari o luoghi. Nonostante ciò, l'uso del clacson per motivi diversi dal semplice avvertimento non è così raro.