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Le multe emesse dall’autovelox situato in viale Testi a Milano sono state dichiarate illegittime dalla Cassazione. Questo perché l'apparecchio che fotografa chi supera il limite di 50 chilometri orari lungo questa importante arteria non è mai stato omologato, ma solo approvato. La sentenza della Suprema Corte ha annullato una contravvenzione di 184,56 euro inflitta all’avvocato Federico Rodolfo Masera dello studio 2Law il 19 dicembre 2018.
L'apparecchio contestato, denominato T-Exspeed V 2.0, è lo stesso che la Procura di Cosenza ha recentemente sequestrato in diverse regioni italiane per la stessa ragione: la mancanza di omologazione e l'assenza del prototipo del sistema di rilevamento. Tuttavia, a Milano non è stato eseguito alcun sequestro, con il Comune che sostiene di aver acquistato il sistema in conformità alle norme e con le relative certificazioni scritte.
Il caso che ha portato alla sentenza della Cassazione riguarda una multa ricevuta dall'avvocato Masera, il quale aveva impugnato il verbale al giudice di pace, sostenendo che l'apparecchio elettronico T-Exspeed V 2.0 non aveva ottenuto l’omologazione dal Ministero dello Sviluppo Economico, ma solo un’approvazione dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture mediante determine dirigenziali. Infatti, il giudice di pace Rossella Barbaro, aveva accolto il ricorso e annullato la multa il 6 febbraio 2020.
Il Comune di Milano, rappresentato dai legali di Palazzo Marino, aveva presentato le determine dirigenziali del MIT, affermando che i termini "omologazione" e "approvazione" sono utilizzati come sinonimi dal Codice della Strada. Tuttavia, il giudice di pace aveva sottolineato che l’articolo 142 del Codice della Strada richiede esplicitamente l’uso di apparecchiature “debitamente omologate” per la determinazione dei limiti di velocità.
Il Comune aveva poi impugnato la sentenza del giudice di pace, ottenendo un ribaltamento della decisione il 31 dicembre 2021 da parte del giudice del Tribunale civile Angelo Claudio Ricciardi. Questi aveva affermato che, sebbene "omologazione e approvazione" costituiscano esiti di procedimenti diversi, entrambi possono essere utilizzati ai fini del controllo della velocità. Tuttavia, l'avvocato Masera aveva portato il caso in Cassazione, che ha infine dato ragione all’avvocato, dichiarando illegittimo l’uso dell’autovelox approvato ma non omologato.
L’assessore alla Sicurezza di Milano, Marco Granelli, ha riflettuto sulla sentenza, sottolineando che l’impianto di viale Testi ha l’autorizzazione del Ministero e che finora il Comune ha sempre vinto in Tribunale. Granelli ha evidenziato una discrepanza normativa: un articolo del Codice della Strada equipara autorizzazione e omologazione, mentre un altro parla solo di omologazione. Inoltre, una circolare del Ministero dell’Interno conferma l’equiparazione tra autorizzazione e omologazione.
Granelli ha anche lamentato che, nonostante le sollecitazioni dell'ANCI negli ultimi due anni, il Ministero non ha mai definito una procedura chiara per l’omologazione, lasciando di fatto solo il percorso per l’autorizzazione. Questa mancanza di chiarezza normativa ha portato a una situazione di incertezza che ora la Cassazione ha contribuito a chiarire con la sua sentenza.