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Uno dei dettagli che emergono in queste ore seguite all'incidente di Mestre è che le barriere del cavalcavia su cui il bus stava transitando erano del tutto insufficienti per poter contenere la uscita di strada di un veicolo, specialmente di un mezzo pesante. Il video riportato sui social ripreso subito dopo l'evento rende evidente la debolezza delle barriere.
Secondo quanto dichiarato dal Comandante dei vigili del Fuoco di Venezia Mauro Luongo il veicolo ha preso fuoco dopo la caduta per aver tranciato alcuni cavi elettrici e per domare l'incendio, anche se la caserma dista poco più di 1 minuto, c'è voluta più di un'ora, cosa che sarebbe compatibile con un'altra particolarità, ovvero l'alimentazione del mezzo a batterie. La Società "La Linea" che ha noleggiato il mezzo ha in servizio appunto una ventina di questi veicoli.
Gli autobus in dotazione alla società "La Linea" fanno parte di una flotta di 20 bus e sono prodotti in Cina dalla Yutong la più grande fabbrica mondiale del settore, dotati di una batteria da 350 kW, che permette loro un'autonomia di 400 km, hanno una capienza totale di 87 posti, di cui 27 posti a sedere. Il bus è dotato di telecamere interne ed esterne oltre che di un sistema anticollisione, quindi dovrebbe essere possibile reperire a breve dei filmati che possano spiegare la dinamica. Secondo quanto riportato dalla scheda tecnica, le batterie sono dotate di un sistema di sicurezza antincendio, con la presenza di un involucro anti perforazione che ha al suo interno un gas inerte non infiammabile e un secondo rivestimento, realizzato con materiale in grado di resistere fino a 3000 gradi di temperatura per mezz’ora.
Un improvviso malore dell'autista 40enne (Alberto Rizzotto, morto nell'incidente, considerato un autista esperto che faceva questo lavoro da sette anni) potrebbe essere stato la causa della sbandata che ha poi portato il mezzo a cadere su via dell'Elettricità con un volo di circa 15 metri, ma ovviamente saranno le indagini a stabilire le vere cause della tragedia. Riguardo all'incendio che si è scatenato, se il fuoco si è sviluppato dal comparto batterie o lo ha intaccato nonostante i sistemi di sicurezza, è comprensibile che ci sia voluto molto per spegnere l'incendio: infatti gli accumulatori, a differenza della benzina e del gasolio, hanno la tendenza a riaccendersi spontaneamente anche dopo essere stati inondati d'acqua per il verificarsi di mini cortocircuiti fra gli elementi che possono incendiare le componenti chimiche che compongono la batteria, in particolare il litio. Come gli altri metalli alcalini, il litio nella sua forma pura è altamente infiammabile e leggermente esplosivo se esposto all'aria e soprattutto all'acqua, con la quale reagisce in maniera violenta perché produce idrogeno.
Un episodio simile, conclusosi però molto meno tragicamente fu l'incendio di una Rimac elettrica durante un episodio di The Grand Tour, accaduto in Svizzera con Richard Hammond al volante. L'auto prese fuoco e bruciò per cinque giorni prima che i vigili del fuoco riuscissero a spegnerla definitivamente.