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In Svezia, i conducenti Tesla si trovano ad affrontare lunghe code ai Supercharger, mentre l’azienda attribuisce la colpa agli scioperi sindacali che impediscono l’attivazione di oltre 100 nuove stazioni. Quella che era iniziata come una disputa limitata ai lavoratori Tesla si è trasformata in un movimento più ampio, con l’intervento di altri sindacati che hanno aggravato la situazione.
Da oltre un anno, i lavoratori Tesla in Svezia sono in sciopero per chiedere un accordo collettivo. Sebbene Tesla abbia una lunga storia di opposizione alla sindacalizzazione, inizialmente la protesta sembrava gestibile, coinvolgendo solo un numero limitato di dipendenti. Tuttavia, la situazione è rapidamente degenerata a causa degli “scioperi di solidarietà” di altri sindacati, tra cui elettricisti e lavoratori portuali, che si sono rifiutati di collaborare con Tesla.
La decisione degli elettricisti sindacalizzati di non collegare i nuovi Supercharger alla rete elettrica ha causato gravi disagi, soprattutto durante i periodi di punta delle vacanze. I conducenti Tesla hanno segnalato attese di ore, con la maggior parte delle stazioni Supercharger in Svezia che affrontano ritardi significativi.
Max de Zegher, responsabile della rete di ricarica Tesla, ha espresso pubblicamente il suo disappunto, attribuendo agli scioperi la paralisi delle infrastrutture: “Più di 100 stalli Supercharger sarebbero stati attivati quest’inverno se non fosse stato per gli scioperi,” ha dichiarato, sottolineando l'importanza di queste stazioni per i conducenti di veicoli elettrici in Svezia, specialmente durante i periodi di massimo utilizzo. De Zegher ha aggiunto che, nonostante Tesla continui a investire in nuove infrastrutture nel paese, al momento non c’è “un percorso chiaro” per risolvere il problema.
Gli effetti dello sciopero dimostrano la forza dei sindacati in Svezia. Le azioni non coinvolgono solo i dipendenti diretti di Tesla, ma anche settori chiave come elettricisti, portuali e addetti alle pulizie. Questi “scioperi di solidarietà” hanno bloccato la capacità di Tesla di integrare nuove infrastrutture nella rete elettrica, creando un incubo logistico per l’azienda e i suoi clienti.
Il sindacato IF Metall, uno dei protagonisti della protesta, sta esercitando pressione su Tesla per costringerla a negoziare. Il sindacato critica l’atteggiamento dell’azienda, definendolo un riflesso di una più ampia resistenza ai diritti sindacali in un paese con una forte tradizione di tutela del lavoro.
Teslas (mostly) in the middle of 🇸🇪Sweden waiting in line at a Superchargerstation in Malung.
— Nicklas 🇸🇪🚗T🐂📈♻️🚀 (@NicklasNilsso14) January 5, 2025
Can you count how many there are in line?
Because of IF Metall, Tesla can’t connect new stations to the grid.
Crazy, isn’t it!@MdeZegher pic.twitter.com/86XFMUKBSS