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La Francia cambia rotta sul fronte degli incentivi per le auto elettriche, diventando il primo paese europeo a introdurre un punteggio per l'assegnazione che tiene conto non solo delle emissioni, ma anche dell'ecosostenibilità della produzione e della logistica. Una decisione, questa, volta alla difesa dei produttori francesi arginando l'invasione delle auto cinesi. A spingere il presidente Emmanuel Macron a prendere questa decisione sono stati i dati di mercato relativi all'allocazione degli incentivi. I bonus hanno riguardato per il 40% vetture elettriche fabbricate in Cina.
Si tratta di un provvedimento che segue l'indagine anti-dumping avviata dalla Commissione Europea. Questo a fronte delle disparità in termini di barriere doganali: i marchi cinesi pagano il 10% per l'esportazione sul mercato europeo, mentre le case del nostro continente hanno dazi dal 15% al 25% in Cina. Dal 1° gennaio 2024, il bonus, con un massimo di 5.000 euro per i privati, più altri 2.000 euro nel caso di redditi inferiori a 14.100 euro, e di 3.000 per le società, varrà solo per le vetture con una massa inferiore a 2,4 tonnellate, un listino non superiore a 47 mila euro e un “punteggio ambientale” compreso tra 60 e 100.
Per ogni auto sarà calcolato il carbon footprint, non solo in termini di emissioni ma anche per quanto riguarda la produzione e la logistica, con parametri che vanno dai materiali usati durante l'assemblaggio all'energia utilizzata, passando per il peso dei trasporti. L'obiettivo è valutare l'impronta lasciata dal veicolo nel corso di tutto il ciclo di vita. Questi criteri, però, andrebbero a penalizzare anche alcune vetture di gruppi francesi. Come la Dacia Spring, prodotta dal gruppo Renault in Cina.