Airbag Takata: la prima vittima in Italia viaggiava su una Citroen C3

Airbag Takata: la prima vittima in Italia viaggiava su una Citroen C3
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Gli airbag montati sulle vetture Citroen di Takata causano la prima vittima in Italia
23 luglio 2024

La tragedia di Martina Guzzi, giovane di 24 anni deceduta in un incidente stradale il 28 maggio scorso, si arricchisce di nuovi dettagli drammatici. I consulenti della procura di Catanzaro, la dottoressa Isabella Aquila e l’ingegner Roberto Arcadia, hanno redatto una relazione preliminare che svela un quadro sconvolgente. Secondo il documento, la morte di Martina non è stata causata semplicemente dallo scontro con l’altra auto, ma sarebbe direttamente riconducibile al malfunzionamento dell'airbag difettoso prodotto dalla Takata.

La relazione dei consulenti medici e tecnici esclude che l’incidente stesso sia stato l'unica causa del decesso di Martina. Come si legge nel documento, "Si esclude altra lesività traumatica riconducibile all’incidente in cui è rimasta coinvolta la signora Guzzi", mentre si afferma che "la sua morte è in nesso di causalità diretta con un malfunzionamento del sistema di detonazione dell’airbag". Il difetto avrebbe fatto sì che un corpo metallico, proiettato ad alta energia cinetica, colpisse la giovane con modalità e lesività simili a quelle di una ferita d'arma da fuoco.

Martina, studentessa di Lettere, sognava un futuro luminoso, con la laurea ormai vicina e mille progetti per la vita. Il 28 maggio, mentre guidava la Citroen C3 del suo ragazzo per andare in palestra, il destino le riservava una fine tragica. Nonostante il suo ragazzo avesse già avvisato la casa automobilistica del problema e si fosse dichiarato disponibile per la verifica e la sostituzione dell'airbag, nessuna risposta era giunta da parte della Citroen. In quel fatidico giorno, l'airbag si è esploso fuori dalla sua sede, colpendo Martina con una forza devastante.

Con oltre 400 feriti e 27 morti registrati solo negli Stati Uniti, e campagne di richiamo che hanno coinvolto milioni di automobilisti in tutto il mondo, l'Italia non era stata finora direttamente colpita da questa calamità. La morte di Martina segna il primo decesso nel nostro paese legato a questo scandalo, aprendo un nuovo fronte di preoccupazione.

Il difetto degli airbag Takata era noto per il rischio di esplosioni incontrollate, che proiettavano frammenti metallici ad alta velocità. Questa problematica ha portato a una delle più vaste campagne di richiamo della storia dell'industria automobilistica. La Takata (azienda giapponese fallita nel 2017) aveva fornito airbag a numerose case automobilistiche, tra cui Citroen, che nel corso dello scandalo ha dovuto richiamare circa 600.000 veicoli, tra cui C3 e DS3 prodotti dal 2009 al 2019.

Il sostituto procuratore Saverio Sapia, che ha richiesto la relazione, ha già avviato le indagini per accertare la responsabilità della casa automobilistica e dei suoi eventuali partner coinvolti nella produzione e distribuzione degli airbag difettosi. La famiglia di Martina, assistita dall’avvocato Andrea Rubini, ha intenzione di intraprendere azioni legali per ottenere giustizia e risarcimento per la tragica perdita.

 

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