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"Tu sei come un moscerino sul parabrezza della mia Porsche": così un 46enne italiano nel settembre 2017 aveva apostrofato un medico del Pronto Soccorso dell'istituto cilinico Città Studi di Milano. Era solo la punta dell'iceberg. Come riporta il Corriere della Sera, l'uomo è stato condannato a un anno e un mese di reclusione, oltre che a un risarcimento di 18.000 euro e alla copertura delle spese legali, per aver picchiato un medico. L'uomo è stato condannato non solo per lesioni volontarie, ma anche per interruzione di pubblico servizio, visto che l'aggressione al sanitario ha provocato lo stop del servizio di emergenza per mezz'ora, in attesa che arrivasse un collega a sostituirlo.
Il 46enne era arrivato a Milano dalla Svizzera alla notizia di una grave crisi respiratoria che aveva colpito la madre. Una volta giunto al pronto soccorso, aveva chiesto con fare aggressivo quali farmaci le fossero stati somministrati al medico che gli stava spiegando la situazione. Dopo aver detto al sanitario "stia attento che la faccio trasferire a Lampedusa" erano partiti i pugni, schivati dal medico riparandosi dietro la propria scrivania. Il figlio della paziente, però, l'aveva rovesciata e aveva sferrato al sanitario un pugno che gli aveva provocato un lieve trauma cranico, con 10 giorni di prognosi. L'imputato durante il processo aveva cercato invano di minimizzare l'accaduto, pur ammettendo lo scontro fisico. Il Tribunale di Milano, la Corte d'Appello e infine la Cassazione hanno respinto le attenuanti generiche, sottolineando come la reazione dell'uomo non fosse giustificata nemmeno a fronte della sofferenza e dell'ansia causate dall'apprensione per la madre malata.