Curci: "Alfa Romeo è responsabilità, motivazione e Giulia è l'essenza della passione"

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Emiliano Perucca Orfei
Con Fabrizio Curci, vertice del brand Alfa Romeo per la regione EMEA, abbiamo fatto il punto della situazione vissuta dal brand in questo momento storico
8 marzo 2016

Il Salone di Ginevra 2016 rappresenta un momento molto importante per il brand del Biscione: dopo la preview del 24 giugno 2015, infatti, è stata finalmente presentata la gamma completa a pochi giorni dall'avvio della produzione e della consegna delle prime vetture ai clienti. Un'auto che si annuncia eccezionale, con valori di stile, di meccanica e di tecnologia davvero al top della categoria. Del nuovo modello e di quello che verrà ne abbiamo parlato con Fabrizio Curci, capo del brand Alfa Romeo per la regione EMEA.

Appena si varca la soglia di questa azienda si ha l'istantanea sensazione di entrare in un mondo davvero magico, che ti crea una responsabilità enorme ed allo stesso tempo ti motiva a dare il massimo

A Ginevra mostrate finalmente la Giulia "normale". Si può dire sia la risposta definitiva a chi in queste ultime settimane vi additava di aver rovinato l'attesa ed in qualche modo la credibilità del progetto con la preview dello scorso 24 giugno?
«La data scelta per la preview della Giulia non è stata certamente casuale, anzi. Lo scorso 24 giugno, infatti, Alfa Romeo compiva 105 anni e ci sembrava davvero il giorno giusto per mostrare la preview di una vettura così speciale. Lo stesso giorno, tra l'altro, abbiamo scelto di aprire il Museo Alfa Romeo di Arese. Un altro tassello importante nel rilancio di una Casa automobilistica che vanta una storia lunghissima e ricca di pagine estremamente importanti per l'Italia e la storia dell'auto. Credo che pochi altri brand al mondo possano dire lo stesso in termini di longevità ed importanza.»

Per realizzare un'auto nuova da zero servono almeno 48 mesi. Voi ne avete impiegato qualcuno in meno. Può essere considerata come la dimostrazione del potenziale tecnico e tecnologico del Gruppo?
«La Giulia è la capostipite di una famiglia di vetture basate su una piattaforma completamente nuova sotto ogni punto di vista. Motori, elettronica, pianale. Non c'è un solo bullone ripreso dal passato. In tutto questo non saprei dire se ci abbiamo messo tanto o poco...semplicemente ci abbiamo messo il tempo che ci è voluto anche se posso dire che siamo andati davvero vicini al minimo possibile pur nel pieno rispetto delle caratteristiche progettuali che ci siamo imposti in termini di prestazioni, design e qualità.» 

Adesso che la Giulia è quasi entrata in produzione si può dire che la strada per i nuovi modelli sia in discesa?
«La nuova gamma segue una roadmap precisa, che abbiamo pensato sin dall'inizio del progetto. Alla fine di quest'anno arriverà quindi il secondo modello (potrebbe chiamarsi Alfa Romeo Stelvio, ndr) su base Giorgio: sarà una SUV con stile e DNA Alfa Romeo ma con una missione diversa rispetto a quella della berlina. Abbiamo idee molto chiare. Faremo quello che abbiamo detto. Rispetto al piano annunciato ci sono alcune modifiche sulle date di lancio, perchè sono prodotti globali, con cadenze globali che devono tenere conto anche dei trend dei mercati di riferimento.»

In molti dicono che realizzare un SUV sarebbe come snaturare il marchio, da sempre noto per la sua sportività. La realtà qual è?
«Questo brand scalda facilmente gli animi e c'è grande attesa per ogni cosa che facciamo. Il DNA di questo marchio è fatto di alcuni elementi peculiari, come il rapporto peso potenza, la distribuzione dei pesi, la potenza dei motori in relazione alla cilindrata e la tecnologia. Tutte le macchine che nasceranno da oggi in avanti dovranno offrire valori eccellenti sotto questi punti di vista. La Giulia è la prima dimostrazione di questo nuovo modo di fare automobili, la SUV sarà il secondo. A chi dice che fare un SUV sia una scelta contro la natura del brand, dunque, rispondiamo dicendo che da un lato sarà una vera Alfa Romeo e dall'altro non vediamo come questa cosa possa snaturare il nostro brand visto che prima d'oggi Alfa Romeo non faceva SUV per questioni legate all'assenza di un mercato di riferimento più che di scelte tecniche o concettuali.»

Un monomarca con la 4C potrebbe essere molto interessante ma stiamo ancora decidendo se, come e quando farlo. Non chiudiamo alcuna porta

Parliamo di modelli futuri. La Giulietta sarà commercializzata ancora qualche anno. Marchionne in conferenza Giulia lo scorso 24 giugno disse che la prossima Giulietta avrebbe potuto anche essere basata sulla piattaforma Giorgio. Oggi ritenete sia ancora possibile pensare ad una segmento C a trazione posteriore o state valutando anche altre strade?
«È presto per parlare della nuova Giulietta, però ci stiamo pensando e stiamo facendo tutte le valutazioni del caso. Il concetto per lo sviluppo di questo modello è uguale a quello delle altre e quindi se riusciremo a rispettare i valori prestazionali e qualitativi che abbiamo in mente per lei la piattaforma potrebbe essere la Giorgio. In caso contrario valuteremo altre strade.»

Sullo stand di Ginevra 2016 presentate anche la nuova MiTo. Rispetto agli ingredienti base per la creazione di una Alfa Romeo di cui ci ha appena parlato trova che questo modello sia allineato?
«Abbiamo presentato un leggero restyling della MiTo perché è un modello che a nostro parere può essere ancora molto interessante, in particolar modo in alcune declinazioni molto sportive e curate esteticamente. Purtroppo il segmento delle tre porte di segmento B è calato in modo drastico negli ultimi mesi e MiTo ne paga le conseguenze in termini commerciali. È e rimarrà ancora per un po' la nostra porta d'accesso al brand e siamo convinti che continuerà a piacere ai giovani, ancor più oggi che porta con sé un interessante family feeling con la Giulia.»


Parlando di supersportive, dopo la 4C sembra che i tempi siano ormai maturi per il lancio della 6C. Ci può anticipare qualcosa a riguardo?
«No, niente da dire.»

Rimanendo in tema 4C...come mai non avete pensato di dare vita ad un monomarca riservato a questa vettura? Non ci avete mai pensato oppure ci sono state altre problematiche?
«Un monomarca con la 4C potrebbe essere molto interessante ma stiamo ancora decidendo se, come e quando farlo. Non chiudiamo alcuna porta, anche se in questo momento le priorità del nostro brand sono quelle di consegnare le prime Giulia ai clienti e continuare lo sviluppo della gamma.» 

C'è sempre un motivo per cui un brand dura 106 anni e per guardare avanti nella migliore delle maniere bisogna estrapolare i punti forti che l'hanno portato fino ad oggi, tenerli fissi, ma declinarli nel presente


E per quanto riguarda lo sport con la S maiuscola? Marchionne ha parlato di F1 ma molti appassionati chiedono a gran voce anche un ritorno alle corse turismo. Lei che ne pensa?
«Il legame di Alfa Romeo con lo sport è naturale. Stiamo decidendo come e quando farlo perché quando l'Alfa deciderà di rientrare ufficialmente lo dovrà fare ponendosi immediatamente al top della categoria. L'Alfa ha fatto sognare milioni di fans in F1, nel DTM, nel Superturismo ed in decine di altre categorie. Torneremo a farlo anche in futuro, questo è certo.»

L'Alfa Romeo fa sognare ma come poche altre aziende automobilistiche al mondo un libro pieno di modelli e di storie incredibili. Quando si è a capo di questo marchio si sente il peso di dover scrivere nella migliore delle maniere una nuova pagina di questa storia?
«Io sono arrivato poco più di un anno fa e quello che mi sento di dire è che appena si varca la soglia di questa azienda si ha l'istantanea sensazione di entrare in un mondo davvero magico, che ti crea una responsabilità enorme ed allo stesso tempo ti motiva a dare il massimo per fare in modo che il progetto si realizzi per come è stato pensato. Quello di Alfa Romeo è un mondo fatto di auto bellissime ma anche di responsabilità e di amore reale di chi ci lavora, con un grande seguito da parte degli appassionati, che cerchiamo di ascoltare e coinvolgere nelle nostre iniziative e nei lanci dei nuovi prodotti. C'è sempre un motivo per cui un brand dura 106 anni e per guardare avanti nella migliore delle maniere bisogna estrapolare i punti forti che l'hanno portato fino ad oggi, tenerli fissi, ma declinarli nel presente. Cosa che credo stiamo facendo nella migliore delle maniere con la Giulia e che faremo con tutti i modelli che arriveranno.»

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