VW Dieselgate: il caso di Daniel Donovan, la “gola profonda”

VW Dieselgate: il caso di Daniel Donovan, la “gola profonda”
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Un ex dipendente accusa la Casa tedesca di occultamento di prove
15 marzo 2016

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Si apre un nuovo capitolo che sa di “giallo” nel caso Dieselgate che ha coinvolto Volkswagen: negli USA un ex dipendente del reparto informatico, Daniel Donovan, ha chiesto giustizia al corte di Oakland dopo essere stato licenziato nel mese di dicembre.

Donovan sostiene di essere stato cacciato perché i suoi superiori credevano che volesse denunciare Volkswagen alle autorità americane per occultamento di prove nell'ambito dell'inchiesta sugli scandali dei motori Diesel dalle emissioni irregolari.

Pare che i suoi colleghi Volkswagen USA, secondo la deposizione, abbiano volutamente ignorato la richiesta degli inquirenti di interrompere la cancellazione dei dati che si esegue di routine nei sistemi informatici, proseguendo fino agli inizi di ottobre. 

L’azienda si sarebbe giustificata, riporta la Suddeutsche Zeitung, evocando esigenze di spazio di memoria e ha dichiarato che le circostanze dell'allontanamento dell'ex dipendente sono «estranee» al caso Dieselgate.

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