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A poco più di un mese dal ventesimo anniversario della scomparsa di Lady Diana emergono dei nuovi dettagli sulla vettura protagonista dell'incidente costato la vita alla Principessa del Galles e al suo compagno dell'epoca, Dodi Al Fayed, il 31 agosto del 1997. La storia della Mercedes Classe S 280 schiantatasi sul ponte dell'Alma, a Parigi, è stata ricostruita nel libro Qui a tué Lady Di? (Chi ha ucciso Lady D, ndr), a firma di tre giornalisti di Paris Match, Pascal Rostain, Bruno Mouron e Jean-Michel Caradec'h.
La Mercedes Classe S 280 era parte della flotta messa a disposizione da Etoile Limousines per i clienti del Ritz di Parigi, albergo di proprietà del padre di Dodi Al Fayed, Mohammed, nel quale soggiornavano Diana e Dodi. Acquistata nel settembre del 1994 dal manager francese Eric Bousquet per circa 85.000 euro attuali, la vettura era stata rubata nel gennaio del 1995 da un carcerato che sarebbe dovuto rientrare in prigione al termine di un permesso.
L'uomo fu protagonista di uno spettacolare incidente mentre viaggiava a 160 km/h: la vettura, cappottatasi più volte, si era ridotta ad un rottame. «L'assicurazione mi rimborsò integralmente il valore dell'auto come da nuova - ha dichiarato agli autori del libro Bouquet - considerando che era distrutta, impossibile da riparare. Avrei voluto recuperarla e farla sistemare, ma mi venne spiegato che era impossibile, troppo pericoloso».
La storia della Classe S, però, non era destinata a terminare: un carrozziere di pochi scrupoli riparò la vettura e riuscì a rivenderla a 40.000 euro alla Etoile Limousines. L'inadeguatezza dell'auto, però, non passò inosservata agli autisti del servizio: uno di loro, Karim, avrebbe avvisato il direttore dell'hotel della pericolosità del mezzo, non in grado di tenere la strada oltre i 60 km/h.
La riparazione di una vettura gravemente incidentata, infatti, può compromettere la sicurezza dell'auto, sia in termini di tenuta di strada - per via dell'errata geometria dei punti di attacco delle sospensioni e per anomale flessioni della scocca - ma anche e soprattutto per la differente 'risposta' degli elementi strutturali e della carrozzeria rispetto al progetto iniziale.
L'esito dello scontro è tristemente noto: Dodi Al Fayed e l'autista della Classe S, Henri Paul, il cui tasso alcolemico era sopra il limite, morirono sul colpo; Diana, invece, fu trasportata all'Ospedale Pitié-Salpêtrière dopo aver accusato un arresto cardiaco. I danni subiti nello schianto erano troppo gravi per salvarla: il cuore della Principessa del Galles era stato spostato a destra dalla forza dell'incidente. Diana morì intorno alle 4 del mattino. Il solo sopravvissuto fu la guardia del corpo della coppia, Trevor Rees-Jones: seduto accanto al conducente, era l'unico occupante del veicolo ad indossare la cintura di sicurezza.