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L’ingegnere Ampelio Macchi è una vecchia conoscenza degli appassionati di moto. Ha legato la sua storia ai più prestigiosi marchi italiani, di cui è stato responsabile tecnico. Prima in MV Agusta, poi in Cagiva, Husqvarna e Aprilia (è lui il papà del mitico bicilindrico da offroad e supermotard). Ha conquistato 51 campionati del mondo, 46 con Husqvarna e 5 con Aprilia.
Oggi è titolare della società di ingegneria Motor Company, e socio del nuovo progetto che vi presentiamo, che fa capo a Open Source Vehicle (OSV) e ha sede a Hong Kong.
Macchi ha seguito tutta la progettazione del veicolo, che viene presentato in questi giorni presso la fiera Maker Faire a Roma (dal 3 al 6 ottobre). Non a caso è stata scelta l’esposizione dei Leonardo del XXI secolo, vale a dire dei migliori creativi che esporranno le loro idee e i loro prototipi.
Tabby (questo il nome del quadriciclo) presenta una serie di contenuti realmente innovati e merita certamente un posto di rilievo tra i nuovi maker. Il suo progetto è italiano, ma va menzionato il fondamentale contributo del socio asiatico, Francisco Liu, fondatore di Open Source Vehicle. Sarà la sede asiatica infatti a curare la parte logistica della nuova auto.
Da un lato presenta un modernissimo motore ibrido, provvisto di trasmissione CVT e di extender che consente una grande autonomia anche in modalità elettrica. Ha poi il pianale modulare, studiato per incontrare i gusti dei vari mercati, da quello occidentale a quelli emergenti.
Non ultimo, il quadriciclo è presentato sulla moderna piattaforma virtuale dell’Open Source, che condivide con i clienti tutti i componenti del progetto e consente un’organizzazione della logistica e delle spedizioni realmente innovativa e con costi molto bassi.
L’intervista ad Ampelio Macchi
Per comprendere al meglio le innovazioni della Tabby, siamo stati nella sede italiana della società per intervistare l’ingegnere.
«Il nostro ultimo progetto riguarda la realizzazione del pianale di un quadriciclo, l’elemento ingegneristico più significativo del progetto è il motore ibrido».
Tra i quadricicli, Tabby offre un motore ibrido evoluto. Quali sono le sue caratteristiche?
«Il motore ibrido ha delle particolarità davvero innovative. È iper-compatto, leggero e può funzionare in serie o in parallelo come ibrido. Ha un motore elettrico extender e può quindi funzionare per lunghi chilometraggi anche in modalità elettrica. Per capirci meglio: può ricaricare le batterie senza collegarsi alla rete anche quando è fermo, parcheggiato o mentre ci si avvicina alla città, in modo poi da funzionare in modalità solo elettrica. Ha il differenziale integrato e la trasmissione CVT. Questa modularità, in un pacchetto così piccolo, è di interesse internazionale, è un’esclusiva che solo noi presentiamo».
Tabby è un quadriciclo, qual è la sua potenza?
«Le prestazioni sono limitate ai 15 kW dalla normativa vigente dei quadricicli».
Avete sviluppato tutto ex novo?
«No, per contenere i costi e per ridurre la tempistica della produzione ci siamo rivolti ai nostri soci cinesi che ci forniscono diversi componenti che poi noi integriamo. Abbiamo utilizzato il più possibile quanto di già industrializzato c’è sul mercato, garantendo anche un significativo risparmio energetico. In questo modo arriveremo sul mercato con un prezzo altamente competitivo, molto più basso rispetto a quello dei quadricicli attuali».
E’ un concetto inedito.
«Sì, è un progetto nuovo. È uno scooter a 4 ruote, spartano, simpatico e giovane. Puntiamo tanto sul fatto sia estremamente economico».
“Il nostro pianale si smonta in un’ora con strumenti semplicissimi, non ci vogliono chiavi particolari. Il fatto di poterlo spedire abbatte i costi. La vettura potrà essere spedita dai concessionari o presso i costruttori locali. In questo modo la costruzione avverrà a chilometri zero”
Il pianale può essere smontato e spedito in tutto il mondo?
«Sì, il nostro pianale si smonta in un’ora con strumenti semplicissimi, non ci vogliono chiavi particolari. Il fatto di poterlo spedire abbatte i costi. La vettura potrà essere spedita dai concessionari o presso i costruttori locali. In questo modo la costruzione avverrà a chilometri zero. Stiamo studiando un packaging di 75 kg per pacco, in modo che sia facilmente trasportabile e imbullonabile. Il cliente ci può lavorare sopra. Il pianale sarà poi adattabile alle esigenze dei vari mercati».
Avete pensato anche ai paesi emergenti?
«Sì, stiamo studiando Africa One, il nome è ancora in codice ma dice tutto. Ha un pianale più lungo e più alto (con 4 posti invece dei 2 previsti per legge in Europa) e che avrà prezzi a partire da 4.000 euro. Sarà il primo mezzo di locomozione. Avrà anche la versione ibrida, perché tante volte nei villaggi arriva la corrente elettrica, mentre ci sono pochi distributori di benzina».
Il concetto di Open Source si adatta alla perfezione anche ai mercati emergenti.
«Esatto, non possiamo sapere le esigenze di ogni città in tutto il mondo. Il cliente, vedendo l’auto sull’Open Source, sceglie la configurazione che meglio si adatta alle sue esigenze. Sceglie il motore elettrico o quello endotermico, l’ibrido, il tipo di pianale, lo stile».
Quale sarà lo stile della Tabby?
«Forniremo il pianale e il motore. Per lo stile saranno i clienti a scegliere le forme più congeniali all’uso che ne faranno. Noi ora proponiamo uno stile essenziale, di vettura aperta facilmente lavabile e scoperta. A livello di carrozzeria si può però fare ciò che si vuole, noi facciamo solo proposte di stile. Abbiamo avuto richieste da alcune tra le più note località di villeggiatura per la fornitura della Tabby».
Ci spieghi il concetto dell’Open Source.
«E’ un progetto nel progetto. C’è la parte materiale, data dai componenti dell’auto, dal motore e dal pianale. E c’è poi l’Open Source, che si muove per promuovere, divulgare e spiegare il nostro pianale. Ci lavorano molte persone, è un portale che spiega il progetto e vuole creare una community che darà il proprio supporto a livello di esperienza. Faremo anche un open day aperto agli stilisti, per permettere loro di fare le proposte di design sulla base del nostro pianale e metterle sul sito. Si potranno scaricare tutti i disegni in 3D. Saranno presenti anche le distinte base con i prezzi dei singoli componenti, così il cliente potrà comprare solo ciò che veramente gli serve perché magari nel suo paese certi componenti ci sono già a basso prezzo».
Non correte il rischio, con l’Open Source, che altri vi copino? Avete fatto i brevetti?
«L’Open Source è un concetto difficile per noi latini, vincolati da sempre ai brevetti. Abbiamo scelto l’Open Source e deciso di non brevettare nulla; tutto sarà sul nostro portale, se ci copieranno, tutti sapranno comunque chi è l’autore. L’Open Source è una sorta di brevetto virtuale. Bisogna avere una mentalità aperta. Chi ci vuole copiare, deve poi pensare a cosa va incontro: deve copiare, fare i prototipi, studiare l’affidabilità. Fa prima a comprare il prodotto finito da noi, che abbiamo già svolto tutti questi studi con i nostri partner. Affiancheremo anche i concessionari per formarli con una scuola che spieghi come montare correttamente il nostro OSV».
Quanto costerà Tabby in Europa?
«Il nostro target è 6.000 euro col motore ibrido più evoluto. Resta da trovare un partner per la carrozzeria e da definire lo stile, che potrebbe già arrivare per l’EICMA o per il Motor Show. A Roma presentiamo solo il pianale e facciamo una dimostrazione di quanto sia rapido il montaggio. Su questo pianale si potrà infatti realizzare dal camioncino al taxi, fino al piccolo fuoristrada».
Quando vedremo la prima Tabby su strada?
«L’obiettivo è la primavera del prossimo anno. Considera che non vogliamo entrare direttamente sul mercato, ma vogliamo offrirla con l’Open Source ai costruttori di autovetture che vogliano entrare nel settore dei quadricicli con prezzi competitivi. Oggi il mercato offre infatti prodotti con prezzi eccessivi. Noi vogliamo offrire pianali e motori ai costruttori per consentire loro di essere competitivi sul mercato».
Per ulteriori informazioni su questo progetto consultate il sito: Open Source Vehicle.