Autodromo di Monza, è allarme rosso!

Autodromo di Monza, è allarme rosso!
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Paolo Ciccarone
La crisi dell'autodromo di Monza va ben oltre l'eventualità di perdere il Gp d'Italia: è a rischio l'esistenza del circuito stesso
5 marzo 2016

Altro che il GP d’Italia a rischio, da quello che sta emergendo (fra voci di corridoio e altro) è a rischio l’esistenza stessa dell’autodromo di Monza se non si corre ai ripari e se i vertici politici non fanno la loro parte. Ma in maniera onesta, però, e non come al solito all’italiana. Nel senso che i primi che dovrebbero difendere l’impianto e fare di tutto per conservare il GP, ogni riferimento al sindaco di Monza Roberto Sganagatti non è casuale, sono i primi che affossano le iniziative di salvezza dell’impianto e del GP. Come? Semplicemente non facendo nulla e delegando ad altri il no ai lavori di riqualificazione dell’impianto, mettendo allegramente lo zampino fra le ruote, già incagliate per conto loro, dell’autodromo nazionale.

Altro che il GP d’Italia a rischio, da quello che sta emergendo (fra voci di corridoio e altro) è a rischio l’esistenza stessa dell’autodromo di Monza se non si corre ai ripari e se i vertici politici non fanno la loro parte

Facciamo un passo indietro per spiegare l’intricata vicenda, certi che su alcuni punti qualcosa non sia proprio così (dobbiamo fidarci di alcune fonti) e che certe cose non si possono ancora raccontare (sono in corso d’opera e si scoprirebbe la voce fuori dal coro). Della vicenda rinnovo F.1 si sa tutto o quasi, tranne che nell’incontro di febbraio a Londra con Ecclestone c’è stato uno stop improvviso. Il motivo ufficiale è che Bernie non vuole avere nulla che fare con la gestione attuale e aveva chiesto garanzie che non sono arrivate. L’autodromo, nella sua beata leggerezza, aveva sottovalutato la tigna di Ecclestone che, però, c’è da dire, ha sempre agito in maniera limpida e senza doppi sensi: lui vende il GP a un certo prezzo, se ti va bene lo compri, altrimenti no. Il fatto che ti chiami Monza e sei un pezzo di storia, regge fino al punto in cui Bernie ti fa lo sconto, poi oltre non si va.

Gli alfieri di Formula 1 in azione a Monza lo scorso anno
Gli alfieri di Formula 1 in azione a Monza lo scorso anno

Ebbene, mentre si discuteva, in autodromo hanno pensato a un piano B, leggi moto con Superbike e MotoGP. Per far tornare le due ruote occorre mettere mano al tracciato, togliere una chicane, tagliare 400 alberi, spostare il curvone e dare una rinfrescata alla Ascari, dove in uscita servirebbe una via di fuga più ampia. Che si può fare abbattendo la casa dell’ex direttore Enrico Ferrari che è proprio a ridosso della zona. Ebbene, lamentando la mancanza di soldi, ottenendo l’appoggio della Regione Lombardia, che al consorzio Parco verserebbe 7 milioni di euro all’anno per 10 anni, qualcuno ha pensato bene di far fare il progetto a uno studio esterno, con una gara di appalto che doveva tenere conto di alcuni fattori. Ergo, fai dei lavori in pista e non chiami Tilke che lavora per Bernie? Vuol dire che stai lavorando dietro le quinte e Bernie segna su taccuino… Presenti il progetto, qualcuno nel frattempo si è dato a meritato riposo (leggi avvocato Bendinelli, garante di Ecclestone in autodromo) e vaneggiando di avere sistemato la faccenda alberi da tagliare con gli enti preposti, saluta, se ne va e poi si scopre che non era vero niente. Cioè di alberi da tagliare a causa della tempesta dello scorso anno, ce ne sono, ma nessuno li ha monitorati e avvisato chi di dovere… Però si fa circolare la voce che era tutto in ordine.

Altro punto, il progetto di modifica al tracciato per avere le moto costerebbe circa 2 milioni di euro, la maggior parte per sostituire gli alberi tolti (di cui 300 robinie, ma un centinaio di pregio). Ergo, costerebbe più rimettere le piante che fare l’asfalto in pista. Il progetto arriva nelle mani di chi di dovere che, appena insediato in quell’incarico, non ha idea di cosa fare. Capisce che è importante per l’autodromo avere il nulla osta, ma ci sono aspetti oscuri e allora va dal sindaco di Monza per chiedere che fare: “Se a te va bene, io firmo l’ok poi si arrangeranno gli altri enti che dovranno valutare l’impatto ambientale e la riqualificazione del verde”. E qui il sindaco Sganagatti fa il pesce in barile: schiacciato da verdi da un lato e minoranza PD dall’altra, con elezioni in arriva e con un autodromo di cui non gliene frega proprio niente, ribatte: “Fai tu come ti pare…” facendo capire che non ci mette la faccia a difendere l’autodromo e il piano viene quindi rigettato. Come era logico.

Ma come? Vogliono il GP e non firmano, chiedono lo sconto e poi non pagano e se fanno i lavori, con soldi da spendere che dicono di non avere, li fanno per le moto e non per la F.1? Al buon Bernie fumano gli scarichi e mette dei paletti ben fermi

A Monza a questo punto, insistendo sulle moto (mettono in calendario per il 24 luglio la gara Superbike che fino a sabato era ancora sul sito dell’autodromo) rifanno la procedura, ma devono consegnare tutti gli incartamenti entro il 31 dicembre 2015. Al 5 marzo 2016 non è pervenuto ancora nulla, quindi è tutto fermo e da definire, perché una volta consegnato il tutto, tocca poi ai vari enti, ai comuni proprietari etc etc valutare, modificare e proporre. Se va bene passano mesi. Nel frattempo l’unica vera proposta per salvare il GP attende. In un angolo. Anzi, di allargare la via di fuga all’Ascari non se ne parla proprio. Ma come? Vogliono il GP e non firmano, chiedono lo sconto e poi non pagano e se fanno i lavori, con soldi da spendere che dicono di non avere, li fanno per le moto e non per la F.1? Al buon Bernie fumano gli scarichi e mette dei paletti ben fermi.

Sebastian Vettel in pista a Monza nel 2015
Sebastian Vettel in pista a Monza nel 2015

A questo punto a Monza, col direttore marketing che pare se ne sia andato per disaccordi nella gestione dell’impianto e nella vendita delle attività, con un settore comunicazione che arriva lungo su una iniziativa lodevole con gli studenti, riescono a presentare la mostra “Senna, l’ultima notte”, una iniziativa di gran classe, fatta benissimo e da professionisti del settore come Colombo e Terruzzi. Come dire che il territorio riserva eccellenze che possono valorizzare l’impianto. A questo punto, e saltando altri passaggi che è meglio non approfondire al momento, e pur apprezzando il lavoro di rimessa in fase fatto dalla nuova dirigenza (adesso le cose sono ordinate, precise e chiare, anche se purtroppo manca il risultato finale, il GP) il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, che è riuscito a far varare una legge al governo che consente ad ACI Sport di avere i soldi, e dopo averci messo la faccia con la politica da un lato ed Ecclestone dall’altro, si fa scappare il GP d’Italia? Certo che no. E visto che non è Monza che organizza, ma ACI Sport che delega l’AC locale dopo che la FIA assegna ad ACI il GP, non vuole rimetterci.

Entra in gioco Imola, col supporto del sindaco, del presidente della Regione e con il consorzio Terra di Motori in cui aziende locali, strutture e industrie hanno fatto squadra e ci mettono i soldi, impegno e via libera della politica, mentre a Monza si discute fra Confindustria Milano e Monza e le aziende del territorio vanno in ordine sparso

E qui entra in gioco Imola, col supporto del sindaco, del presidente della Regione e con il consorzio Terra di Motori in cui aziende locali, strutture e industrie hanno fatto squadra e ci mettono i soldi, impegno e via libera della politica, mentre a Monza si discute fra Confindustria Milano e Monza e le aziende del territorio vanno in ordine sparso. Quindi Sticchi Damiani, che ha il GP d’Italia in mano, non lo perderà a costo di girarlo ad altro impianto, e Monza rischia non solo la F.1, anche se dicono che senza le spese del GP l’impianto è in grado di vivere da solo, ma rischia la chiusura. A marzo del 2017 ci sono le elezioni del consorzio Parco del Lambro, al cui interno c’è l’autodromo, e potrebbe toccare la gestione a una parte politica che ha sempre affossato l’autodromo. E quanto sia possibile questa ipotesi lo dimostra proprio il comportamento del sindaco di Monza, che non si espone, non ci mette la faccia e lascia anzi che l’autodromo si freghi con le proprie mani sbagliando interlocutori, progetti e appalti con ritardi notevoli.

E pensare che a Monza non manca nulla, basterebbe avere coraggio, inventarsi iniziative marketing con Singapore, ad esempio, o con Abu Dhabi, coinvolgere aziende, iniziative e sponsor della F.1 con pacchetti da vendere a caro prezzo a chi ha i soldi

Ivan Capelli, presidente AC Milano, lo sa benissimo, ma ha le mani legate. Dovrebbe dimettersi, ma se lo fa cade tutto il CDA e si deve tornare alle elezioni, quindi a Monza non ci sarebbe più nessuno con cui parlare e a questo punto il GP d’Italia a Monza sarebbe solo un triste ricordo, visto anche che la Regione Lombardia, senza GP, non sgancerebbe più un soldo e i 70 milioni in 10 anni andrebbero in altra direzione. E pensare che a Monza non manca nulla, basterebbe avere coraggio, inventarsi iniziative marketing con Singapore, ad esempio, o con Abu Dhabi, coinvolgere aziende, iniziative e sponsor della F.1 con pacchetti da vendere a caro prezzo a chi ha i soldi. Invece spendi 500 euro per la tribuna centrale e non ci sono nemmeno i gabinetti adeguati. Infine, con questo scenario, qualcuno si sta agitando all’interno. Chi ha favorito e lavorato per il cambiamento, dopo averne fatto parte, ora si agita lavorando contro la nuova gestione, per cui si rischia di ricominciare da capo, solo che non c’è più tempo. Ognuno faccia il suo lavoro e lo faccia bene e alla svelta. Non si può rischiare di perdere un patrimonio come l’autodromo di Monza, azienda che produce lavoro, offre lavoro e ha ancora tanto da offrire.

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